Come Ricevere il corpo di Cristo? Nel IV secolo San Cirillo di
Gerusalemme rispondeva così:
«Quando
dunque ti avvicini, non andare con le giunture delle mani rigide, né con le
dita separate; ma facendo della sinistra [come] un trono alla destra, dal
momento che questa sta per ricevere il Re, e facendo cava la palma, ricevi il
corpo di Cristo, rispondendo: Amen. Quindi, santificando con cura i [tuoi]
occhi con il contatto del santo corpo, prendi[lo] vegliando a non perderne
nulla; poiché, se ne perdessi, sarebbe come se [tu] subissi la perdita di un
membro del tuo corpo. Dimmi infatti, se qualcuno ti desse delle pagliuzze
d’oro, non te ne impossesseresti forse con ogni cura, facendo attenzione a non
perderne alcuna per non subirne danno? Non veglierai dunque con molta maggior
cura su ciò che è più prezioso dell’oro e delle pietre preziose, perché non ne
cada neppure una briciola? Quindi, dopo che tu avrai comunicato al corpo di
Cristo, va’ anche al calice del sangue; non stendendo le mani, ma chinandoti e
dicendo Amen in atteggiamento di adorazione e di venerazione, santifica[ti]
prendendo anche del sangue di Cristo … Quindi, in attesa dell’orazione, rendi
grazie a Dio che ti ha reso degno di così grandi misteri». (Catechesi
Mistagogica V, 21. L’accurata descrizione della posizione delle mani è presente
anche in S. Giovanni Crisostomo e S. Ambrogio.)
In questo momento storico in cui
i nostri Vescovi, per tentare di limitare i rischi di contagio da coronavirus,
ci invitano a ricevere la Comunione sulle mani, scrivo questo post per provare a rispondere a tutti coloro che
restano scandalizzati dalla possibilità di ricevere il Corpo di Cristo nelle
Mani.
Il
19 luglio 1989, infatti, la Conferenza Episcopale Italiana ha dato ai fedeli
questa possibilità. Ribadisco che si tratta di una possibilità, non c’è alcun
obbligo essendo anzi affermata l’opportunità di ricevere il Copro di Cristo
sulla lingua. Nessuna coscienza si senta violentata dunque. Facciamo tuttavia
attenzione che, essendo una decisione della CEI, nel momento in cui affermiamo
che è sbagliato (qualcuno arriva a parlare di sacrilegio), affermiamo che i
nostri vescovi hanno sbagliato …
Personalmente
trovo che, fatto con l’attenzione e la consapevolezza di cui parlano sia
S. Cirillo che la CEI, sia un uso altamente significativo: come mendicanti
ci presentiamo a ricevere il Nostro Signore. Ci presentiamo da uomini e donne
adulti (che non hanno bisogno di essere imboccati); prepariamo un trono al
Nostro Signore prima nelle nostre mani e poi nel nostro cuore; Lo contempliamo
qualche istante in un silenzioso, ma intenso dialogo interiore; infine
comunichiamo alla Sua Passione e Morte.
Le obbiezioni più frequenti che mi sento rivolgere sono: “E’ una
inutile novità”. Ho già citato sopra un esempio del IV secolo che mostra come
quest’uso era quello della Chiesa delle origini. “Solo il sacerdote ha le mani
consacrate”. Rispondo che il presbitero ha le mani consacrate per consacrare il
Corpo e Sangue di Cristo (e amministrare gli altri sacramenti) non per avere
l’esclusiva nel contatto con Lui. I diaconi e gli accoliti non hanno le mani
consacrate, eppure la Chiesa dà loro il ministero di distribuire l’Eucaristia.
Se poi il criterio è la consacrazione, quando ci è stata consacrata la lingua?
Non dimentichiamo, infine, che per la consacrazione Battesimale, innestati in
Cristo, siamo Re, Sacerdoti e Profeti.
Senza
dubbio, è necessaria una grande attenzione pastorale per evitare abusi e
profanazioni più o meno volontarie. Non dimentichiamo, però, che anche fare la
comunione, senza l’adeguata consapevolezza di ciò che si fa, anche
ricevendola sulla lingua, è una profanazione (farla per abitudine, o perché
ci si trova al funerale di un parente/amico).
Ciò
che è importante è accostarsi al Corpo e Sangue di Cristo pienamente
consapevoli che stiamo facendo comunione con la Sua Passione e Morte per la
salvezza del mondo. Stiamo unendo la nostra vita a quella di Gesù nella
donazione d’amore al Padre e ai fratelli. Siamo chiamati quindi a vivere
coerentemente. Se abbiamo unito la nostra vita a quella di Cristo nella sua
donazione d’amore, tale donazione deve coinvolgere il nostro quotidiano:
nel servizio gratuito e disinteressato ai fratelli; nell’accoglienza dei
bisognosi; nel perdono gratuito ai fratelli che ci hanno fatto del male …
Concludo
con l’invito a non prestare il fianco al maligno che tenta di dividerci su ciò
che la Chiesa, guidata dallo Spirito, ha deciso.
fraternamente,
fra Marco
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