lunedì 23 marzo 2020

Quell’uomo credette alla Parola e si mise in cammino

«Gesù gli disse: “Se non vedete segni e prodigi, voi non credete”. Il funzionario del re gli disse: “Signore, scendi prima che il mio bambino muoia!. Gesù gli rispose: “Va’, tuo figlio vive”. Quell’uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.» (Gv 4,43-54)

Il Vangelo di oggi, lunedì della quarta settimana di quaresima, si apre con la notazione che Gesù dalla Samaria torna in Galilea. Lì i suoi corregionali lo accolgono: erano stati anch'essi a Gerusalemme per la pasqua (Gv 2,13-25)  e avevano visto la cacciata dei venditori dal Tempio e, soprattutto, i segni che egli compiva (Gv 2,23). Gesù è consapevole che un Profeta non riceve onore nella sua patria: ciò che cercano non è la Parola di Dio, ma i prodigi, i miracoli.
Gesù si ferma a Cana e lì incontra un funzionario del re Erode il quale gli chiede di scendere a Cafarnao per guarire suo figlio in pericolo di vita. Non a caso l'evangelista usa il verbo “scendere”; al primo e più immediato significato geografico, si accosta il significato simbolico dell'incarnazione: il Verbo si è fatto carne ed ha posto la sua tenda in mezzo a noi. Egli è sceso, non ha considerato un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio, ma svuotò se stesso assumendo la condizione di servo (Cfr Fil 2,6-7) per la nostra salvezza, per aprirci la Via al Padre, fonte della Vita.
Gesù sa che i suoi connazionali sono curiosi di vedere segni e prodigi, per questo solo dopo l'insistenza del funzionario, lo esaudisce senza, però, dargli alcun segno ed invitandolo implicitamente di fidarsi della Sua Parola: «Va’, tuo figlio vive».
A volte anche noi, come i Galilei, chiediamo al Signore segni e prodigi: non ci basta la Sua Parola, vogliamo “vedere”, cerchiamo il prodigioso, l’emozionante. Non ci basta la Parola di Dio, cerchiamo messaggi e visioni …
Il funzionario di Erode credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino. Si fida della Parola di Gesù e dalla Parola si fa mettere in movimento. Proprio lungo il cammino, ecco che giunge il segno che sembrava essere stato negato a quest’uomo: i suoi servi gli vengono incontro ripetendogli esattamente le parole di Gesù: «Tuo figlio vive». Interrogati, poi, confermano che proprio nell’ora in cui Gesù pronunziava quelle parole, il figlio guariva. Ecco che ora, dopo il primo atto di fiducia, arriva la pienezza della Fede e la conversione: credette lui con tutta la sua famiglia.
Anche a noi oggi Gesù chiede di fidarci, di lasciarci mettere in movimento dalla sua Parola. Solo così vedremo i cieli nuovi e la nuova terra che egli è venuto ad inaugurare (I lettura).
Fr.Marco

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