mercoledì 25 marzo 2020

Come potete credere, voi che non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?


«Le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato. E anche il Padre, che mi ha mandato, ha dato testimonianza di me. Ma voi non avete mai ascoltato la sua voce né avete mai visto il suo volto, e la sua parola non rimane in voi; infatti non credete a colui che egli ha mandato.» (Gv 5,31-47)

Il Vangelo del giovedì della quarta settimana riprende dalla risposta di Gesù alla accusa dei farisei in seguito alla guarigione del paralitico alla piscina di Betzatà: «… Voi scrutate le Scritture, pensando di avere in esse la vita ... Ma vi conosco: non avete in voi l’amore di Dio. ... E come potete credere, voi che ricevete gloria gli uni dagli altri, e non cercate la gloria che viene dall’unico Dio?»
È un pericolo che corriamo anche noi quello di ascoltare le Scritture, la testimonianza dei profeti, per servirci di esse, per la "nostra gloria", e non per incontrare Dio. Questo è ciò che è accaduto alla maggioranza degli scribi e farisei, contemporanei di Gesù. Anche a noi può capitare di essere talmente certi della nostra interpretazione da non cambiare idea nemmeno davanti a Dio! Davanti al miracolo di un paralitico guarito, di un uomo che dopo trentotto anni ricomincia a vivere, i farisei vedono solo la violazione del comandamento del riposo sabatico. Quanto è difficile per chi crede mettersi in discussione!
In questa quaresima di deserto che ci ha tolto tante cose che davamo per scontate, proviamo a scuotere le nostre certezze per rinforzarle, per distinguere ciò che è essenziale da ciò che è accessorio. Non temiamo di perdere la fede: usando l'intelligenza, nel solco dell'autentica tradizione cristiana, possiamo capire cosa davvero è essenziale e cosa è temporaneo. Torniamo alla relazione sincera con Dio, all'ascolto autentico della Sua Parola.
Che non succeda anche a noi di rigettare la novità di Dio in nome di Dio.
Fr. Marco

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