mercoledì 1 aprile 2020

Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno


«In quel tempo, Gesù disse ai Giudei: “In verità, in verità io vi dico: “Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno”. Gli dissero allora i Giudei: “Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: “Se uno osserva la mia parola, non sperimenterà la morte in eterno”. Sei tu più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?”». (Gv 8,51-59)

Il Vangelo di questo giovedì ci presenta una realtà che, pur professata a parole, difficilmente riusciamo a credere realmente: la morte non è più definitiva, è stata sconfitta. I discepoli di Cristo, coloro che sono rinati in Cristo nel battesimo e vivono della Sua Parola, non hanno più motivo di temere la morte.
Non significa che non sperimenteranno la morte fisica. Questa fa parte della natura umana. Anche se l'uomo tenta in ogni modo di eliminarla, essa verrà. Tuttavia se l'uomo entra nella Parola del Signore, la osserva, la vive, questa morte non avrà alcun potere su di lui. Gesù, figlio obbediente che visse tutta la Parola del Padre, ha sperimentato tutta intera la debolezza umana fino alla morte; e l'ha sconfitta. Essa non è più un entrare nel nulla, ma un essere accolti nelle braccia del Padre.
Se non osserviamo la Sua Parola, se siamo lontani dal Padre, allora la morte acquista tutta la sua drammaticità, ne sperimentiamo il pungiglione, il peccato che ci fa sperimentare una “sopravvivenza” senza Vita, una vita senza senso.
« Se uno osserva la mia parola, non vedrà la morte in eterno» il Maestro parla della morte spirituale. Si tratta di quella morte che è frantumazione dell'uomo interiore i cui effetti si riversano sul nostro corpo e sull'intera umanità e creazione. Chi è fuori della Parola di Gesù, manca della grazia che vivifica la sua anima. È privo dello Spirito Santo che dona conoscenza, sapienza, scienza, fortezza, intelletto, timore del Signore, pietà al suo spirito. Manca dell'amore del Padre che lo costituisce vero strumento del suo amore. Fuori della Parola, l'uomo è in tutto simile ad un albero secco quanto alla sua anima e al suo spirito. Rimane però tutta la malvagità, la cattiveria, la concupiscenza, che lo spinge ad ogni sorta di male. Rimane il vizio che lo corrompe e lo induce ad ogni azione di corruzione. Fuori dalla Parola, l'uomo è in tutto simile ad una barca in un mare in tempesta senza alcun timone. Il vento la porta dove lui vuole: la concupiscenza lo spinge in ogni direzione di male. Questa verità non ha bisogno di prove. È sufficiente osservare quanto avviene attorno a noi per vedere la verità delle parole di Gesù.
Abramo ha creduto e ha obbedito alla Parola di Dio. Ha lasciato le sue false sicurezze per fidarsi unicamente di Colui che lo chiamava. Ha creduto che Dio è capace di suscitare la Vita dalla morte: far nascere Isacco dal seno avvizzito di Sara.
«Prima che Abramo fosse, Io Sono» Anche noi oggi siamo invitati a fidarci del Signore della vita, ad accogliere e a credere alla Sua Parola vivendo di essa e non di ciò che insegna il mondo. Sperimenteremo la Vita che il mondo non conosce.
Fr. Marco

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