mercoledì 29 aprile 2020

L'umiltà di cuore


Imparate da me che sono mite e umile di cuore》 (Mt 11,29) 

Oggi, festa di Santa Caterina da Siena, nel Vangelo Gesù ci esorta ad andare a Lui e ad imitarlo in una virtù fondamentale: l’umiltà senza la quale non può esistere la vera Carità, il vero amore di Dio e del prossimo che è compimento perfetto della Legge.

L’umiltà, ci fa notare S. Bernardo, «è fondamento e custode delle virtù». Senza umiltà, infatti, non vi può essere alcun’altra virtù in un’anima. Il mondo cerca l’apparenza, i gesti eclatanti; Dio, al contrario ama e sceglie per sé la via dell’umiltà. Pensando all'umiltà, mi è subito venuta in mente la santissima Madre Maria, ed in particolare l'icona "Madonna dell'umiltà".

Come fu la prima e più perfetta discepola di Gesù Cristo in tutte le virtù, infatti, così Maria lo fu anche nell'umiltà, per la quale meritò di essere esaltata sopra tutte le creature.

Il primo atto dell'umiltà di cuore è avere una giusta conoscenza di se e saper stimare gli altri. Il superbo, al contrario, non ha una giusta conoscenza di se: o si stima superiore agli altri, o non riconosce ciò che il Signore ha operato nella sua vita perché pretende di essere sempre più grande di quello che è; di conseguenza non è capace neanche di stimare gli altri. Maria seppe sempre esattamente che ciò che il Signore aveva operato in  Lei era da attribuire alla Grazia divina e non si stimò mai al di sopra di nessuno.

L'umile, inoltre, rifiuta le lodi per sé e le riferisce tutte a Dio. Maria si turbò nel sentirsi lodare dall'angelo Gabriele e quando santa Elisabetta le disse: «Benedetta tu fra le donne... A che debbo che la Madre del mio Signore venga a me?... Beata colei che ha creduto...» (Lc 1), la Vergine, attribuendo tutte quelle lodi a Dio, rispose con l'umile cantico: «L'anima mia magnifica il Signore». Come se dicesse: "Elisabetta, tu lodi me, ma io lodo il Signore a cui solo è dovuto l'onore. Tu ammiri che io venga a te; io ammiro la divina bontà: il mio spirito esulta in Dio, mio Salvatore. Tu mi lodi perché ho creduto; io lodo il mio Dio che ha voluto esaltare il mio niente: perché ha guardato l'umiltà della sua serva" (Lc 1,46-48). 

È proprio degli umili, infine, il servire e Maria non esitò ad andare a servire Elisabetta per tre mesi. Dice dunque san Bernardo: «Elisabetta si meravigliava che Maria fosse venuta, ma ancor più si stupisca che sia venuta non per essere servita, ma per servire».

A testimonianza dell’umiltà di Maria, inoltre, va ricordato il fatto che sono pochissime le parole che il vangelo ci riporta di Lei; tanto discreta fu la sua presenza in mezzo ai discepoli che si potrebbe correre il rischio di crederla assente nelle vicende della vita pubblica del Signore.

Contemplando l’umiltà della nostra Madre Celeste, allora, se veramente vogliamo essere riconosciuti come suoi devoti, imitiamo questa sublime virtù che Maria ha incarnato in pienezza sull’esempio del Cristo. Quanto sono care a Maria le anime umili! San Bernardo scrive: «La Vergine riconosce e ama quelli che la amano ed è vicina a coloro che la invocano, specialmente a quelli che vede conformi a sé nella castità e nell'umiltà». Perciò il santo esorta tutti coloro che amano Maria ad essere umili: «Sforzatevi di emulare questa virtù, se amate Maria».

Voglio concludere facendo mia la preghiera che S. Alfonso M. de’Liguori elevò alla Regina del cielo:

«Mia Regina, non potrò mai essere tuo vero figlio se non sono umile. Ma non vedi che i miei peccati dopo avermi reso ingrato verso il mio Signore mi hanno fatto diventare anche superbo? Madre mia, poni tu rimedio alla mia situazione: per i meriti della tua umiltà ottienimi di essere umile, divenendo così figlio tuo. Amen.»

Fr. Marco 

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