domenica 12 aprile 2020

Non è qui. È risorto!


«Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova.» (Rom 6,3-11)

«L’angelo disse alle donne: “Voi non abbiate paura! So che cercate Gesù, il crocifisso. Non è qui. È risorto, infatti, come aveva detto; venite, guardate il luogo dove era stato deposto. Presto, andate a dire ai suoi discepoli: “È risorto dai morti, ed ecco, vi precede in Galilea; là lo vedrete”. Ecco, io ve l’ho detto”». (Mt 28,1-10)

Quest’anno, a causa dell’“esilio” cui siamo costretti a causa del Covid-19, non abbiamo potuto condividere la ricchezza dei simboli della liturgia della veglia di Pasqua. Ciò nonostante, oggi voglio soffermarmi sulla luce e l’acqua che dominano la veglia e il giorno di Pasqua e che sono all’origine di ogni vita cristiana: il Cero Pasquale simbolo eminente del Cristo Risorto e l’acqua lustrale, in cui siamo rinati a nuova vita nel Battesimo, e dalla quale durante la veglia saremmo stati aspersi.
Elementi indispensabili alla vita naturale, la luce e l’acqua trasfigurati diventano anche elementi indispensabili alla vita soprannaturale, quella vita in Cristo che trova la sua origine proprio nella resurrezione del nostro Signore.
Ciò che celebriamo a Pasqua, infatti, non è mero folclore, né un evento relegato al passato. Se così fosse avrebbe ragione chi dice che oggi, nella condizione in cui siamo e con le prospettive che umanamente ci troviamo dinanzi, non c’è niente da festeggiare (ho letto su Facebook almeno un commento del genere). Ma non è così. La Pasqua, non è folclore, una festa condizionata dalla storia che viviamo, ma è un memoriale che riattualizza l’evento principale della nostra salvezza: Cristo ha sconfitto il peccato e la morte, non siamo più schiavi del peccato, la pietra che ci imprigionava nel sepolcro è stata rotolata via: la Vita è libera. La storia attuale non può condizionare la gioia della Pasqua. Al contrario è l’evento Pasquale che trasforma la storia.
Sta a noi, però, accogliere il dono: Cristo ha sconfitto il peccato e la Morte e ci ha regalato una Vita nuova e piena che è iniziata in noi nel Battesimo, ma non si sostituisce a noi. Lui ci ha donato la libertà dalla schiavitù del peccato, ma a noi rimane sempre la libertà di continuare ad asservirci alle opere della carne o di scegliere di servire il Signore della Vita. Con il Battesimo, infatti, Cristo ha fatto iniziare in noi una Vita nuova ed eterna, ma ci ha lasciato la responsabilità di coltivare questa Vita o lasciarla appassire.
Perché questa Vita nuova che è iniziata in noi possa crescere e svilupparsi, il Signore ci ha lasciato ciò che è essenziale: la Luce della sua Resurrezione, che si irradia nella Sua Parola proclamata dalla Chiesa la quale nutre la nostra Fede perché possa illuminare ogni ambito della nostra vita. Ci ha lasciato l’acqua del Battesimo che ci ha introdotti nella vita sacramentale permettendoci di nutrire, purificare e rafforzare la nostra Vita perché cresca e porti frutto. Ecco perché ordinariamente durante la Santa Veglia rinnoviamo i nostri impegni battesimali e veniamo ancora una volta aspersi con l’acqua lustrale: siamo chiamati a ravvivare sempre il dono della vita cristiana perché non venga soffocata dalle spine del mondo. Quest’anno non abbiamo potuto vivere questo momento carico di significato. Spero che riusciremo a farlo ancora dinanzi la Chiesa, magari a Pentecoste. Per il momento, però, vi propongo, in un momento di preghiera, dinanzi ad un’icona e/o alla Bibbia aperta, di rinnovare la vostra adesione a Cristo con questa preghiera (o una a vostra scelta): «O Dio, Padre buono, ti ringrazio perché nel santo Battesimo, mi hai reso tuo figlio per sempre, facendomi risorgere, con Gesù, ad una vita nuova e santa. Ti ringrazio perché, con l’acqua battesimale, hai riempito la mia anima dello splendore della grazia, e mi hai fatto tempio vivo dello Spirito Santo. Voglio rinnovare in questo momento le mie promesse battesimali con cui mi sono impegnato a  vivere nella santità di figlio di Dio. Conserva e aumenta in me la fede e la grazia che mi hai infuso nel battesimo e concedimi di rimanere fedele ad esse per tutta la vita. Amen.» Concludendo poi con il Credo.
Il Signore Risorto ancora una volta oggi rinnova in noi, che già l’abbiamo ricevuta, la Vita nuova e Piena, una Vita bella che, anche nelle immancabili difficoltà quotidiane, non soccombe al nonsenso, una Vita destinata a durare per l’eternità. A noi però la responsabilità di farla sviluppare, di portare frutto.
La pietra è rotolata, il sepolcro è aperto, non siamo più schiavi del peccato e della morte. Vogliamo Vivere la Vita vera o continueremo a restare nei nostri sepolcri?
Il Signore Risorto ci conceda di morire ogni giorno al peccato per potere vivere “per Dio in Cristo Gesù”. Auguri
Fr. Marco

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