«A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la
folla un carcerato, a loro scelta. In quel momento avevano un carcerato famoso,
di nome Barabba. Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: “Chi
volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?”.
Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia. […]i capi dei
sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire
Gesù. […]Quelli risposero: “Barabba!”. Chiese loro Pilato: “Ma allora, che
farò di Gesù, chiamato Cristo?”. Tutti risposero: “Sia crocifisso!”. Ed egli
disse: “Ma che male ha fatto?”. Essi allora gridavano più forte: “Sia
crocifisso!”».(Mt 27, 17-23)
Quest’anno vivremo una domenica
delle Palme diversa dal solito. Non potremo celebrare la commemorazione dell’ingresso
di Gesù a Gerusalemme che tanto spazio ha avuto solitamente in questo giorno
santo. Possiamo e dobbiamo però accoglier Gesù nel nostro cuore come Signore e
Salvatore. Abbiamo inoltre l'occasione per meditare maggiormente sulla
Passione di nostro Signore che quest’anno ci viene raccontata dall’evangelista
Matteo.
Il racconto della Passione di
Gesù è sempre occasione di meditazione e di contemplazione: contemplo il grande
amore con cui sono stato amato e medito sull’insufficienza della mia
corrispondenza, sul peso che il mio peccato aggiunge alla Croce di Cristo. Quest’anno
due momenti della Passione mi risuonano particolarmente: il dialogo di Pilato
con la folla e Simone di Cirene costretto a portare la croce.
Mi risuonano dentro le parole del
dialogo di Pilato con la folla. Una folla che pochi giorni prima aveva accolto
festante Gesù, riconoscendolo il Messia atteso, e che ora grida “crocifiggilo”.
In questo cambiamento di atteggiamento scorgo la mutevolezza dell’uomo, la mia
incostanza e incoerenza. Veramente posso solo affidarmi alla fedeltà di Dio!
«Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato
Cristo?» Il Vangelo ci dice chiaramente che la folla fu sobillata dai
sacerdoti perché richiedessero la liberazione di Barabba piuttosto che quella
di Gesù. Gesù o Barabba? Il giusto o il “conveniente”? Nell’alternativa posta
da Pilato e nella risposta della folla scorgo tutte quelle volte in cui, per
paura o per interesse, nelle varie scelte che la vita mi impone, non scelgo ciò
che so essere giusto, ma ciò che è più conveniente, pur sapendo che è
sbagliato. Che, magari, va a scapito di un innocente. Guardandomi attorno,
purtroppo, vedo una società che facilmente si lascia affascinare dal guadagno
immediato piuttosto che dalla verità. Come è facile cadere nella tentazione di
“vendersi” per la promessa di un lavoro, di un aumento, …
Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo
costrinsero a portare la sua croce. Simone di Cirene probabilmente
neanche conosce Gesù. Forse si trova solo a passare di là. Non sono là i
discepoli con cui Gesù ha condiviso tanto; quelli che Gesù ha chiamato amici;
quelli che avevano professato amore fedele al Maestro; quelli che avevano detto:
«Anche se dovessi morire con te, io non
ti rinnegherò» (v. 35). Loro non ci sono. Forse sono nascosti tra la folla,
ma non sono lì a condividere la sorte del Maestro. Lì c’è Simone che a questa
condivisione viene costretto suo malgrado, ma che non mancherà sicuramente di
ricevere la sua ricompensa. Quante volte anch’io ho fatto promesse di fedeltà al
Signore, ho professato il mio amore per lui, ma al momento della prova sono
venuto meno. Altre volte, invece, per grazia di Dio, mi trovo costretto a
portare una croce che non voglio, che non avevo preventivato, che non è la mia. Sul momento mi pare un
sopruso e mi ribello. Solo in un secondo momento comprendo che è stata una
grazia, un’occasione per portare la Croce di Gesù … un’occasione che potevo
vivere meglio.
Gesù, tu che sulla Croce preghi
per i tuoi crocifissori, abbi pietà di noi e concedici di sapere sempre rendere
testimonianza alla verità, di avere sempre la forza di scegliere ciò che
sappiamo essere giusto, anche quando non ci conviene, anche quando perdiamo un
ingiusto privilegio o andiamo incontro a persecuzioni. Concedici, Signore, di
portare la Croce con Te, di riconoscerti nei crocifissi del mondo e di farci
cirenei dei nostri fratelli.
Concedici di ricordare sempre le
tue Parole: «Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli.» (Mt 5, 11-12)
Fra Marco.
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