sabato 24 dicembre 2022

Non temete: vi annuncio una grande gioia, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore

« … ogni calzatura di soldato che marciava rimbombando e ogni mantello intriso di sangue saranno bruciati, dati in pasto al fuoco. Perché un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio. Sulle sue spalle è il potere e il suo nome sarà: Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace.» (Is 9,1-6)

« … è apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà …» (Tt 2,11-14)

«Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto. Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c’era posto nell’alloggio.» (Lc 2,1-14)

​È giunto il Natale del Signore. Celebriamo il memoriale della nascita del nostro Salvatore. Nella prima lettura della Messa della notte ascoltiamo la profezia di Isaia che annuncia il Principe della Pace che viene a portare la Luce, la Gioia e la Pace nel mondo. Particolarmente significativa è l’immagine dei calzari dei soldati e dei mantelli bruciati.

Nella pagina del Vangelo, ci viene raccontata la nascita del Salvatore che sceglie per sé l’umiltà e la debolezza. Gesù, infatti, il Verbo di Dio che si è fatto uomo, si manifesta al mondo nell’umile e indifeso bambinello deposto in una mangiatoia.

Egli, tuttavia è il Dio potente, il Principe della pace. Viene infatti a portare nel mondo la Pace vera che nasce da un cuore riconciliato, capace di riconoscere il Padre e quindi anche i fratelli. Un cuore in pace con se stesso e quindi con i fratelli che ha attorno.

«A quanti lo hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio».  Così proclama l’evangelista Giovanni nel Prologo del suo Vangelo che ascoltiamo nella messa del giorno di Natale. Se davvero accogliessimo Gesù nella nostra vita, se lo lasciassimo entrare nei nostri cuori per riconciliarli con il Padre e con i fratelli, non avremmo più bisogno di fare guerre. Conoscendo l’Amore del Padre, avendo in noi la Vita, potremmo accoglierci l’un l’altro, comportarci da figli di Dio che compiono le Sue opere.

«Venne fra i suoi, e i suoi non lo hanno accolto» Oggi come allora, purtroppo Gesù non trova posto nella nostra vita. Paradossalmente, siamo troppo impegnati a cercare la Vita, felicità, la realizzazione, per accogliere Colui, l’unico, che può darcele! Ecco che allora continuiamo a fare guerra.

Contemplando la nascita del Principe della Pace, infatti, non posso fare a meno di pensare alle innumerevoli guerre che ancora si combattono nel mondo, alle guerre che si combattono con le armi e che mietono innumerevoli vittime innocenti. Le guerre nel mondo in corso in questo momento sono ben 59 e l’invasione russa dell’Ucraina è solo l’ultimo di un lungo elenco di conflitti. Dall’Afghanistan, alla Libia, al Myanmar, alla Palestina, alla Nigeria, sono molte le popolazioni del mondo per cui il conflitto è la tragica normalità.

Penso, però, anche alle guerre che ancora combattiamo fra noi: guerre in famiglia, magari per una porzione di eredità; guerre sul posto di lavoro per accaparrarsi un po’ di autorità … guerre generate dalla brama di avere, di potere e di piacere. Siamo “assetati di vita”, ma nella nostra cecità la cerchiamo dove invece è morte.

«Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia» Il Dio Potente e Principe della Pace viene a noi umile, si fa piccolo e indifeso, sceglie di non fare violenza alla nostra libertà (ci ama troppo per farlo), si fa bisognoso di accoglienza. Alla fine della Storia, però, quando il nostro tempo sarà compiuto, ciascuno di noi dovrà rendere conto delle sue opere e si manifesteranno quanti sono figli di Dio e quanti non lo sono. Nel Vangelo di Giovanni, parlando a quanti progettano di ucciderlo, così si rivolge Gesù: «Cercate di uccidermi perché la mia parola non trova posto in voi ... voi che avete per padre il diavolo, e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli è stato omicida fin da principio e non ha perseverato nella verità, perché non vi è verità in lui.» (Gv 8, 38-44). Accogliamo, allora, il Verbo che si fa carne, compiamo le opere dei figli di Dio e preghiamo per i nostri fratelli che, con le loro opere mostrano di non averlo accolto.

Viene nel mondo la Luce vera, quella che illumina ogni uomo, lasciamolo entrare nei nostri cuori perché illumini le nostre tenebre e ci riconcili con Dio e con i fratelli. Auguri. Che questo Natale possa essere realmente l’inizio di una vita nuova in cui splende la Luce di Cristo.

Fr. Marco

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