giovedì 7 maggio 2020

Sarete beati se le metterete in pratica

<<Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica. >> Gv 13,16-20

Il verso immediatamente precedente insegna che << un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato>>. Sembrerebbe questo, quindi ciò che deve essere messo in pratica (fatto) per essere beati. La Bj afferma che il V. 16 sia una indebita interpolazione tra il 15 e il 17. In questo caso l’insegnamento da mettere in pratica per essere beati sarebbe il lavarsi i piedi reciprocamente a imitazione del Maestro. In entrambi i casi la beatitudine viene dal mettere in pratica (fare) l’umiltà - servizio- obbedienza-amore.
Il rimando a margine è a Gc 1,25: << Chi invece fissa lo sguardo sulla legge perfetta, la legge della libertà, e le resta fedele, non come un ascoltatore smemorato ma come uno che la mette in pratica, questi troverà la sua felicità nel praticarla. >>. La felicità verrebbe quindi dal praticare la << legge perfetta>> legge di libertà, cioè, secondo Mt 5, 17-19, la legge portata a pieno compimento: l’amore, la “giustizia” che supera quella di scribi e farisei (cfr. Mt 5,20). 
È l’imitazione del Maestro a renderci beati. Fondamentale è però l’accettazione che il nostro Dio sia un Dio “umile” che si fa servo per amore. 
<<imparate da me, che sono mite e umile di cuore>> Mt 11,29 Gesù addita se stesso invitandoci ad imparare da lui l’umiltà/docilità/obbedienza d’amore al Padre.

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