«Quello lasciò i buoi
e corse dietro a Elìa, dicendogli: “Andrò a baciare mio padre e mia madre, poi
ti seguirò”. Elìa disse: “Va’ e torna, perché sai che cosa ho fatto per te”»
(1Re 19,16.19-21)
«Fratelli, Cristo ci
ha liberati per la libertà! State dunque saldi e non lasciatevi imporre di
nuovo il giogo della schiavitù.» (Gal 5,1.13-18)
«Mentre stavano
compiendosi i giorni in cui sarebbe stato elevato in alto, Gesù prese la ferma
decisione di mettersi in cammino verso Gerusalemme …» (Lc 9,51-62)
La Parola di Dio della XIII Domenica del TO ci invita a fare
memoria di ciò che il Signore ha compiuto per noi e a comportarci di
conseguenza.
… sai che cosa ho
fatto per te Già nella prima lettura, infatti, con le parole del profeta
Elia, il Signore ci ricorda che ben più che Eliseo noi siamo stati riempiti
dallo Spirito; siamo stati unti Re, Sacerdoti e Profeti; siamo stati conformati
a Cristo morto e risorto; siamo stati liberati dalla schiavitù del peccato e
delle passioni (II lettura). Siamo invitati, quindi, a comportarci da uomini
liberi.
La libertà, però, lo sappiamo bene, non consiste nel fare “ciò che ci passa per
la testa”, ma nel fare ciò che è Bene, nel fare “ciò che è da fare”. La vera
libertà è quella che ci mostra il Maestro oggi nel Vangelo: Gesù prese la ferma decisione di mettersi in
cammino verso Gerusalemme.
Solo chi si possiede pienamente ed è quindi veramente libero,
può fare della sua vita un dono. È questo, infatti, che Gesù va a compiere a
Gerusalemme: va a donare la sua vita in obbedienza al Padre e per amore.
A tanta libertà fanno da contrasto gli incontri avuti da
Gesù lungo i cammino. Il primo è un “incontro mancato”: i Samaritani non
vogliono accoglierlo. Sono ancora schiavi del loro pregiudizio. La motivazione
riportata dall’evangelista, però, («era
chiaramente in cammino verso Gerusalemme») potrebbe essere letta
“spiritualmente” e riguardare qualcosa di molto vicino a noi: la paura della
croce. Può capitare anche a noi, infatti, di rifiutare certe occasioni di
incontro con il Signore, certe occasioni per compiere la Sua Volontà, perché
chiaramente orientate alla croce che ancora ci è di scandalo. Dinanzi il
rifiuto, Gesù non si impone: passa oltre. Chissà se quei samaritani avranno mai
capito chi hanno rifiutato! Chissà se noi capiremo mai ciò che abbiamo perso
ogniqualvolta abbiamo detto “no” a Gesù per paura della Croce!
«Ti seguirò dovunque
tu vada» Dopo il rifiuto dei Samaritani, l’evangelista ci presenta un
discepolo entusiasta. Noi non conosciamo le motivazioni di quest’uomo, ma la
risposta di Gesù ci ammonisce a non cercarLo per avere un “posto al sole”;
per “sistemarci”, per avere un ruolo che ci faccia stare tranquilli: «Le volpi hanno le loro tane e gli uccelli
del cielo i loro nidi, ma il Figlio dell’uomo non ha dove posare il capo».
«… permettimi di
andare prima a seppellire mio padre» Nel terzo incontro, è Gesù a chiamare
un uomo che, però, rimanda la risposta. È il modello di tutti quelli che non si
decideranno mai, che posticiperanno sempre la scelta: “Da domani … !” Un domani
che non verrà mai! Gesù ci invita a prendere oggi la ferma decisione di
seguirlo, di diventare suoi discepoli.
«Ti seguirò … però …»
Infine, abbiamo l’incontro con il tentativo di “compromesso”. Quante volte
anche noi ci comportiamo così: “Sono cristiano, però non è che posso perdonare
sempre chi mi fa del male!”; “Sono cattolico, però la domenica ho altro da
fare, non posso venire sempre a Messa!”; “Sono cristiano, però non è che posso
pagare tutte le tasse …” Quanti “sì, però” nella nostra vita! Oggi Gesù ci
ammonisce: «Nessuno che mette mano
all’aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio». Niente
compromessi! Siamo stati liberati dalla “schiavitù della carne”, siamo invitati
a vivere non più per noi stessi, ma per Dio che ci ha chiamati. Accogliamo
l’invito di Gesù e seguiamolo con ferma decisione: «camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare il
desiderio della carne.»
Fr. Marco.
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