sabato 8 giugno 2019

Furono colmati di Spirito Santo e … ciascuno li udiva parlare nella propria lingua

«Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. » (At 2, 1-11)

« … voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà! Padre!”» (Rm 8,8-17)

«Se mi amate osserverete i miei comandamenti … il Paràclito, lo Spirito santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che vi ho detto» (Gv 14, 15-16. 23-26)

​Con la solennità di Pentecoste giunge al suo culmine il Tempo Pasquale; il nuovo patto, la Nuova Alleanza, profetizzata da Ger 31, 31-34, giunge a pienezza : la Legge Nuova di Dio è effusa nei nostri cuori rendendoci capaci di osservarla.
Nella prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli, l’evangelista Luca ci narra l’effusione dello Spirito sulla Chiesa riunita nel cenacolo come un’“Anti-Babele” (Cf. Gen 11). Si realizza il miracolo della comunione d’amore che non è confusione.
Il “peccato di Babele” è volersi “fare un nome” senza Dio, anzi piuttosto contro Dio (una città e una torre che tocchi il Cielo). Una sorta di “regno degli uomini” che si oppone al Regno di Dio. Eliminato Dio dalle loro esistenze, eliminate le radici della loro esistenza, gli uomini cadono in una confusione che non è comunione; dimenticano chi sono e quindi non sono più in grado di comprendersi.
Con il mistero Pasquale che culmina nella Pentecoste, a causa della redenzione dal peccato e della Legge Nuova effusa nei cuori, lo Spirito santo Terza Persona della Santissima Trinità, Dio torna ad occupare il posto centrale nella esistenza dell’Umanità Nuova: gli uomini tornano a comprendersi e per l’umanità è possibile tornare a vivere la comunione immagine della Comunione Trinitaria, quella che il Servo di Dio Mons. Tonino Bello chiama “convivialità delle differenze”.
… ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Le differenze non sono annullate. Ciascuno mantiene propria identità, ma questo non è ostacolo alla comunione d’amore. Ciò che permette la comunione è l’Amore, l’avere accolto l’Amore di Dio nella propria vita e alla luce di questo amare il proprio prossimo così com’è senza annullare la propria identità. L’amore, infatti non annulla le differenze. Al contrario le esalta perché ognuno è amato per ciò che è, per le sue peculiarità proprie.
Ecco perché il primo e più alto dono pasquale, che a Pentecoste giunge alla pienezza, è la Pace. La piena riconciliazione con Dio che porta alla riconciliazione tra gli uomini.
Lo Spirito è, quindi, il compimento della Nuova Alleanza. È Colui che rende possibile vivere secondo la Legge di Dio. Nel Vangelo Gesù afferma: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti». Solo se abbiamo in noi l’Amore, infatti, possiamo osservare i comandamenti. È lo Spirito, l’Amore di Dio effuso nei nostri cuori, che ci rende capaci di osservare i comandamenti.
Nella seconda lettura, poi, San Paolo ci dice che lo Spirito effuso nei nostri cuori ci rende “figli adottivi”, non schiavi, capaci di rivolgerci a Dio chiamandolo “Papà”, e ci libera da ogni paura.
Lo Spirito, infatti, lo sappiamo bene, è la Terza Persona della Santissima Trinità; è “Signore e da la vita”, come diciamo nel Credo. Non è “un’energia”, ma una Persona divina, uno col Padre e il Figlio. Ricevendo lo Spirito Santo entriamo nel mistero della SS. Trinità. Mi piace la “spiegazione” che della trinità fa S. Agostino: l’Amante (il Padre), l’Amato (il Figlio) e l’Amore (lo Spirito). Lo Spirito è, quindi, l’Amore tra Padre e Figlio, la reciproca e continua donazione di sé che il Padre fa al Figlio e il Figlio al Padre. Oggi, nella Pentecoste, noi celebriamo il nostro inserimento in questa circolarità d’amore.
Ecco, allora, che comprendiamo come diventa possibile ciò che la Parola di Dio ci ha detto oggi: l’Amore che è Dio è effuso nei nostri cuori! Allora non esistono più barriere insormontabili: nulla può separare coloro che si amano; la comprensione è possibile perché si vuole comprendere, perché si ascolta davvero; spinti dall’Amore, non sentiremo come gravosa l’osservanza dei comandamenti, ma come figli amati e amanti non desidereremo altro che fare felice il Padre realizzando pienamente la nostra vita.
Fratelli e sorelle, tutto questo è già presente, lo Spirito che il Padre ha effuso nei nostri cuori per l’opera del Figlio, attende solo che noi diamo la nostra disponibilità perché la nostra vita possa giungere alla pienezza.
Fr. Marco

Nessun commento:

Posta un commento