«Apparvero loro lingue
come di fuoco, che si dividevano e si posarono su ciascuno di loro e tutti furono
colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in
cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi. » (At 2, 1-11)
« … voi non avete
ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo
Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: “Abbà! Padre!”»
(Rm 8,8-17)
«Se mi amate
osserverete i miei comandamenti … il Paràclito, lo Spirito santo che il Padre
manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che
vi ho detto» (Gv 14, 15-16. 23-26)
Con la solennità di Pentecoste giunge al suo culmine il
Tempo Pasquale; il nuovo patto, la Nuova Alleanza, profetizzata da Ger 31, 31-34, giunge a pienezza : la Legge Nuova di Dio è effusa nei nostri cuori
rendendoci capaci di osservarla.
Nella prima lettura tratta dagli Atti degli Apostoli,
l’evangelista Luca ci narra l’effusione dello Spirito sulla Chiesa riunita nel
cenacolo come un’“Anti-Babele” (Cf. Gen 11). Si realizza il miracolo della
comunione d’amore che non è confusione.
Il “peccato di Babele” è volersi “fare un nome” senza Dio,
anzi piuttosto contro Dio (una città e
una torre che tocchi il Cielo). Una sorta di “regno degli uomini” che si
oppone al Regno di Dio. Eliminato Dio dalle loro esistenze, eliminate le radici
della loro esistenza, gli uomini cadono in una confusione che non è comunione;
dimenticano chi sono e quindi non sono più in grado di comprendersi.
Con il mistero Pasquale che culmina nella Pentecoste, a
causa della redenzione dal peccato e della Legge Nuova effusa nei cuori, lo
Spirito santo Terza Persona della Santissima Trinità, Dio torna ad occupare il
posto centrale nella esistenza dell’Umanità Nuova: gli uomini tornano a
comprendersi e per l’umanità è possibile tornare a vivere la comunione immagine
della Comunione Trinitaria, quella che il Servo di Dio Mons. Tonino Bello
chiama “convivialità delle differenze”.
… ciascuno li udiva
parlare nella propria lingua. Le differenze non sono annullate. Ciascuno
mantiene propria identità, ma questo non è ostacolo alla comunione d’amore. Ciò
che permette la comunione è l’Amore, l’avere accolto l’Amore di Dio nella
propria vita e alla luce di questo amare il proprio prossimo così com’è senza
annullare la propria identità. L’amore, infatti non annulla le differenze. Al contrario
le esalta perché ognuno è amato per ciò che è, per le sue peculiarità proprie.
Ecco perché il primo e più alto dono pasquale, che a
Pentecoste giunge alla pienezza, è la Pace. La piena riconciliazione con Dio che
porta alla riconciliazione tra gli uomini.
Lo Spirito è, quindi, il compimento della Nuova Alleanza. È Colui
che rende possibile vivere secondo la Legge di Dio. Nel Vangelo Gesù afferma: «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti».
Solo se abbiamo in noi l’Amore, infatti, possiamo osservare i comandamenti. È lo
Spirito, l’Amore di Dio effuso nei nostri cuori, che ci rende capaci di
osservare i comandamenti.
Nella seconda lettura, poi, San Paolo ci dice che lo Spirito
effuso nei nostri cuori ci rende “figli adottivi”, non schiavi, capaci di
rivolgerci a Dio chiamandolo “Papà”, e ci libera da ogni paura.
Lo Spirito, infatti, lo sappiamo bene, è la Terza Persona
della Santissima Trinità; è “Signore e da la vita”, come diciamo nel
Credo. Non è “un’energia”, ma una Persona divina, uno col Padre e il Figlio.
Ricevendo lo Spirito Santo entriamo nel mistero della SS. Trinità. Mi piace la
“spiegazione” che della trinità fa S. Agostino: l’Amante (il Padre), l’Amato
(il Figlio) e l’Amore (lo Spirito). Lo Spirito è, quindi, l’Amore tra Padre e
Figlio, la reciproca e continua donazione di sé che il Padre fa al Figlio e il
Figlio al Padre. Oggi, nella Pentecoste, noi celebriamo il nostro inserimento
in questa circolarità d’amore.
Ecco, allora, che comprendiamo come diventa possibile ciò
che la Parola di Dio ci ha detto oggi: l’Amore che è Dio è effuso nei nostri
cuori! Allora non esistono più barriere insormontabili: nulla può separare
coloro che si amano; la comprensione è possibile perché si vuole comprendere, perché
si ascolta davvero; spinti dall’Amore, non sentiremo come gravosa l’osservanza
dei comandamenti, ma come figli amati e amanti non desidereremo altro che fare
felice il Padre realizzando pienamente la nostra vita.
Fratelli e sorelle, tutto questo è già presente, lo Spirito
che il Padre ha effuso nei nostri cuori per l’opera del Figlio, attende solo
che noi diamo la nostra disponibilità perché la nostra vita possa giungere alla
pienezza.
Fr. Marco
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