«Mentre lo guardavano,
fu elevato in alto e una nube lo sottrasse ai loro occhi. Essi stavano fissando
il cielo mentre egli se ne andava, quand’ecco due uomini in bianche vesti si
presentarono a loro e dissero: “Uomini di Galilea, perché state a guardare il
cielo? Questo Gesù, che di mezzo a voi è stato assunto in cielo, verrà allo
stesso modo in cui l’avete visto andare in cielo”» (At 1,1-11)
«… abbiamo un
sacerdote grande nella casa di Dio, accostiamoci con cuore sincero, nella
pienezza della fede, con i cuori purificati da ogni cattiva coscienza e il
corpo lavato con acqua pura. Manteniamo senza vacillare la professione della
nostra speranza, perché è degno di fede colui che ha promesso.» (Eb
9,24-28;10,19-23)
«… alzate le mani, li
benedisse. Mentre li benediceva, si staccò da loro e veniva portato su, in
cielo. Ed essi si prostrarono davanti a lui; poi tornarono a Gerusalemme
con grande gioia e stavano sempre nel tempio lodando Dio.» (Lc
24,46-53)
Nella festa dell’ Ascensione contempliamo il Signore Gesù
Cristo che porta nel seno del Padre la nostra umanità glorificata. Quel Gesù
che ha assunto la nostra natura umana ed è nato a Bethlehem; che ha vissuto in
mezzo a noi condividendo le nostre miserie (tranne il peccato); che ha offerto
la sua vita per amore sulla croce, adesso, dopo la sua resurrezione e dopo
avere istruito i suoi, ascende al Cielo.
Per questo motivo oggi l’autore della lettera agli Ebrei ci
invita ad avere fiducia: abbiamo nel “santuario del Cielo” un Sommo Sacerdote
che ha sperimentato e quindi conosce e compatisce le nostre miserie e i nostri
condizionamenti. Come ci ha ricordato il santo Padre Francesco: «Egli è il nostro avvocato … che ci difende
sempre, ci difende dalle insidie del diavolo, ci difende da noi stessi, dai
nostri peccati!»
Siamo invitati, quindi, ad avere Fede, a vivere con “il
Cuore puro”, a testimoniare la nostra Speranza. La Fede, infatti, si manifesta
in una vita “con il Cuore puro”, una vita all’insegna della Carità, animata
dalla Speranza certa che il nostro destino è nei cieli dove raggiungeremo il
nostro Signore Gesù Cristo. La Speranza cristiana, infatti, non è la speranza
aleatoria di cui solitamente si afferma: “Chi di speranza vive, disperato
muore”; non è una speranza incerta e senza fondamento, la speranza degli
illusi. La Speranza Cristiana è la Speranza
Certa (come la chiama S. Francesco) di chi sa a chi ha creduto: Cristo che
è la Via la Verità e la Vita.
La Parola di Dio di oggi, infatti, sottolinea l’atteggiamento
di attesa: attesa dell’adempimento della Promessa, del dono dello Spirito;
l’attesa del ritorno glorioso del Signore alla fine dei tempi quando il Signore
verrà allo stesso modo in cui l’avete
visto andare in cielo.
«Uomini di Galilea,
perché state a guardare il cielo?». Gli angeli ricordano ai discepoli
che la loro deve essere un’attesa operosa. La nostra Speranza, infatti, non è
ciò che Marx chiamava “l’oppio dei popoli”, ma ci rimanda ad un impegno
concreto perché questo mondo si trasformi nel Regno dei Cieli.
Mentre li benediceva,
si staccò da loro … Questa vita, infine, è tutta sotto la benedizione del Nostro
Signore. Gesù entra in Cielo, nell’eternità di Dio, senza concludere la sua
benedizione. La benedizione di Cristo, quindi, continua a riversarsi sui suoi
discepoli disposti a “prostrarsi”, a riconoscerlo Signore della loro vita. «l’Ascensione – infatti – non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che
Egli è vivo in mezzo a noi in modo nuovo; non è più in un preciso posto del
mondo come lo era prima dell’Ascensione; ora è nella signoria di Dio, presente
in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi.» (Papa Francesco)
Tornando alla nostra quotidianità, allora, viviamo la nostra
vita tenendo sempre presente le nostra meta, confidando nella Benedizione
eterna del nostro Signore, perché il mondo attorno a noi, anche grazie alla
nostra testimonianza, si trasformi nel Regno di Dio.
Fr. Marco
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