«Come sono belli sui
monti i piedi del messaggero che annuncia la pace, del messaggero di buone
notizie che annuncia la salvezza, che dice a Sion: “Regna il tuo Dio”». (Is
52,7-10)
«Egli è irradiazione
della sua gloria e impronta della sua sostanza, e tutto sostiene con la sua
parola potente» (Eb 1,1-6)
«Dalla sua pienezza
noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo
di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno
lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui
che lo ha rivelato.» (Gv 1,1-18)
Oggi è il Natale del Signore, non c’è spazio per la
tristezza: viene nel mondo il Messaggero dell’amore misericordioso di
Dio, irradiazione della sua gloria e
impronta della sua sostanza,la Luce
vera che illumina ogni uomo, Dalla
sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia!
Il nostro Signore Gesù Cristo, il Figlio Unigenito del Padre, si è fatto uno di
noi, si è consegnato piccolo e fragile nelle nostre mani. L’Onnipotente si è
fatto bisognoso dell’amore di una madre, della custodia di un padre, del calore
del fieno.
Il Creatore del mondo, Colui per mezzo del quale tutto
e stato fatto e senza del quale nulla è stato fatto di ciò che esiste,
si china sulla miseria degli uomini. L’Eterno entra nella storia. il Signore si
fa obbediente e si assoggetta alle leggi umane.
Il Figlio eterno del Padre si fa figlio dell’uomo per
renderci figli di Dio. Ci chiede solo di essere accolto, di credere in Lui, per
compiere questo miracolo. Che significa però accoglierlo e credere? Significa
riconoscerlo Signore delle nostra vita, lasciarci amare, riconoscerci bisognosi
della Sua misericordia e lasciarlo operare in noi.
Questa notte, ascoltando il racconto della nascita di Gesù
secondo il Vangelo di Luca, abbiamo contemplato la docilità della Sacra
Famiglia alla volontà di Dio che si manifestava attraverso le leggi umane: un
decreto di Cesare Augusto li mette in movimento, li fa partire dalla loro casa,
dalla loro sicurezza, proprio all’approssimarsi del tempo in cui sarebbe nato
il Bambino atteso. In tal modo, per Maria si compiono i giorni del parto
proprio in quelle condizioni che, immagino, non avrebbe scelto: lontana dalle
persone care, fuori casa perché non c’è posto pel loro, costretta a rifugiarsi
in una stalla e ad usare una mangiatoia come culla per il Neonato.
È proprio attraverso quest’ “obbedienza agli eventi”, però,
che si manifesta la Misericordia di Dio per l’umanità: Colui che è venuto per
cercare le pecore perdute della casa d’Israele, nasce in una stalla adorato dai
pastori; il Pane del Cielo che viene a saziare la fame dell’umanità, nasce a
Betlemme, la “casa del pane”; colui che è il Messia atteso dalla discendenza
davidica, nasce nella città di Davide.
Accogliamo docilmente la manifestazione della Misericordia
di Dio, lasciamoci condurre da Colui che “sa scrivere dritto nelle righe storte
degli uomini”. Crediamo davvero nel suo amore misericordioso e fidiamoci di
Lui. Anche noi allora vedremo le meraviglie di Dio e saremo riempiti della
Grazia. Auguri.
Fr. Marco.
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