sabato 22 dicembre 2018

Il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo

«E tu, Betlemme di Èfrata, così piccola per essere fra i villaggi di Giuda, da te uscirà per me colui che deve essere il dominatore in Israele» (Mi 5,1-4)

«“Ecco, io vengo per fare la tua volontà”. Così egli abolisce il primo sacrificio per costituire quello nuovo.» (Eb 10,5-10)

«Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa,  … “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo”.» (Lc 1,39-45)

Il Vangelo della quarta domenica di avvento, nell’imminenza del Natale, ci fa contemplare la visitazione di Maria a s. Elisabetta. Il Signore, che sceglie la via della piccolezza per manifestarsi, viene a visitare il suo popolo e a portare la Gioia piena che il mondo non conosce.
Mi colpisce la dinamica del Vangelo: Maria, piena di Spirito santo, portando in grembo il Verbo eterno del Padre, si mette in movimento: «si alzò e andò in fretta». Mi viene facile immaginare la gioia incontenibile che la spinge da colei di cui ha saputo che ha una gioia simile alla sua per condividere la gioia e mettersi al servizio.
L’evangelista Luca, nel descrivere la scena dell’incontro, ha in mente il racconto dell’arrivo dell’Arca dell’Alleanza nella casa di Obed Edom (1Cr 15,25): come Davide danzò di gioia dinanzi l’Arca dell’alleanza, così Giovanni Battista, nel grembo della madre, danza di gioia all’arrivo di Maria, la vera e definitiva Arca dell’Alleanza. Quella antica conteneva una testimonianza della manna del deserto, Maria porta in sé il vero Pane del Cielo; quella conteneva le tavole della Legge, Maria porta in sé il Legislatore divino.
La scena della visitazione, raccontando la gioia dell’incontro tra le due madri e tra i bimbi che portano in grembo, ci mostra, quindi, la gioia che scaturisce dall’accoglienza e dalla condivisione. Maria è piena di gioia perché ha accolto la volontà del Padre e ha generato nel suo grembo, per opera dello Spirito Santo, il Figlio Unigenito. Questa gioia, però, chiede di essere condivisa, la spinge verso la parente nel bisogno presso cui rimane il tempo necessario. Elisabetta, e Giovanni nel suo grembo, sono pieni di gioia per avere accolto Maria. 
Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! Credo che non sia superfluo, infine, evidenziare che la gioia di Elisabetta nasce anche dal sapere scorgere senza invidia l’opera che il Signore sta compiendo in Maria. Quanta tristezza scaturisce, invece, in noi quando con occhi impuri guardiamo con invidia l’opera che Dio compie nei nostri fratelli e attraverso di loro!
Contemplando la scena della visitazione, prepariamoci anche noi ad Accogliere Colui che viene a fare la Volontà del Padre donando tutto se stesso. Sperimentiamo anche noi la gioia accogliendoci reciprocamente, mettendoci gli uni al servizio degli altri. Se sarà vera accoglienza (e non strumentalizzazione dell’altro), se sarà vero servizio (e non ricerca di guadagno), se saremo mossi da vero amore (e non da desiderio di visibilità e approvazione), allora sperimenteremo la Gioia perché nell’altro accoglieremo Gesù. Il Signore ce lo conceda.
Fr. Marco

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