sabato 3 ottobre 2020

Solennità di S. Francesco d'Assisi

 


«Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me che sono mite e umile di cuore» (Mt 11, 25-30)

Oggi celebriamo la solennità del serafico Padre S. Francesco. In questo triduo abbiamo visto san Francesco come modello di ogni discepolo di Cristo e abbiamo lanciato uno sguardo ai tratti salienti della spiritualità francescana che nasce dal profondo amore di Francesco per il Suo Signore Gesù Cristo.

Oggi vorrei provare a fare una sintesi a partire dalla domanda: “Chi è S. Francesco?”. La risposta più immediata che mi viene in mente è che Francesco è un uomo pienamente realizzato: ha trovato il suo posto nella vita, ha vissuto pienamente la vita, ha realizzato ciò che il Signore aveva pensato per lui fin dall’eternità.

Francesco sente forte in lui, come ogni uomo, un desiderio di grandezza, di pienezza di vita, che il mondo non riesce a soddisfare. La sua giovinezza è fortemente segnata da questa ricerca di una vita piena. E il Signore interviene in questa ricerca orientandola, mettendo spine sulle strade sbagliate che Francesco percorre perché, ravvedendosi, possa imboccare la strada giusta.

Una prima grandezza di Francesco che vorrei evidenziare è l’autenticità della sua ricerca: nel ricercare il suo posto nel mondo Francesco non si fa condizionare da ciò che possono pensare gli altri: se comprende di star percorrendo una strada errata, torna indietro. L’autenticità e l’entusiasmo della sua ricerca fanno anche in modo che, appena comprende la volontà di Dio, Francesco la compie senza perdere tempo in vane speculazioni. Per questo Francesco è uomo veramente evangelico, perché si lascia guidare dal vangelo in tutte le sue scelte. Chiediamo a S. Francesco di pregare per noi perché anche la nostra ricerca possa essere autentica e come lui posiamo mettere in pratica con immediatezza e semplicità ciò che il Signore ci fa comprendere della sua volontà senza dar tempo alle nostre paure di bloccarci o di “ammorbidire” ciò che abbiamo compreso.

Un’altra caratteristica di Francesco che vorrei sottolineare è il suo essere fratello. Francesco comprende che il comandamento fondamentale, la “sintesi della legge e dei profeti” è l’Amore. Vive pienamente quest’amore per Dio e per i fratelli. Il titolo di “serafico” che la Chiesa gli ha attribuito richiama, infatti, i Serafini: le creature angeliche che ardono d’amore per Dio. Francesco sceglie quindi di vivere l’amore e di farsi fratello di ogni creatura. Francesco vuole che l’ordine da lui fondato sia una fraternità, ma ritengo sia significativo il fatto che raramente nei suoi scritti parli di “fraternità”, ma innumerevoli volte parli di “fratelli”: la fraternità in astratto non esiste. Esistono degli uomini e delle donne che scelgono di farsi fratelli e sorelle di chi il Signore pone loro accanto. È questa la fraternità francescana: riconoscere l’unica paternità di Dio e per questo scegliere di farsi fratelli di ogni uomo amandolo per primo come noi ci sentiamo amati dal Padre. Solo quando ciascuno di noi si farà fratello/sorella dell’altro ci sarà tra noi vera fraternità.

Un’altra caratteristica di Francesco che va evidenziata, forse la sua caratteristica più peculiare, è la Minorità: Francesco sceglie di rinunciare ad ogni superiorità, sceglie di stimare sempre gli altri come superiori a sé. Fa questa scelta spinto dall’imitazione di Gesù Cristo che “da ricco che era si fece povero per noi”. Se Lui che è Dio si fa uomo e piccolo, quanto più noi suoi discepoli siamo chiamati a farci piccoli, a riconoscere la nostra reale piccolezza e a consegnarla nelle Sue mani perché Lui posa compiere grandi cose.

La minorità di Francesco, caratteristica fondamentale della sua sequela di Cristo, si traduce anche nella sua povertà come rinuncia ad ogni potere, ad ogni idolatria e ad ogni autosufficienza. La povertà di Francesco è certamente motivata dall’imitazione di Cristo, ma anche dalla sua comprensione di quanto qualunque ricchezza ci separa rendendoci autosufficienti; la ricchezza, inoltre, va difesa e questo fa sì che non vediamo più in chi ci sta accanto un fratello, ma un nemico. Facciamo attenzione, però, che la ricchezza rifiutata da Francesco è dentro l’uomo, non fuori dall’uomo: si può essere ricchi anche della propria povertà quando la si usa come arma per sentirsi superiori ai fratelli. Quella di Francesco, invece, è una reale povertà interiore che diventa visibile anche esteriormente.

Parlando della minorità di Francesco, però, dobbiamo dire che essa diventa anche obbedienza: scegliendo Gesù come suo Signore, Francesco mette realmente la sua vita sotto la sua Signoria; e riconoscendo gli altri come superiori a sé vive in continuo ascolto della volontà di Dio che può manifestarsi attraverso qualunque dei suoi fratelli. L’obbedienza di Francesco, naturalmente, si fa estrema nei riguardi della Chiesa e di ogni suo rappresentante in cui vede una mediazione diretta e privilegiata della voce di Dio. Solo in questo modo Francesco poté realizzare la restaurazione della Chiesa che anche altri avevano inutilmente tentato. La Chiesa ai tempi di Francesco è una Chiesa che va in rovina, in cui solo con grande fatica si riconosce la Sposa di Cristo: i vescovi vivono come principi e come loro sono più impegnati in cose temporali che in cose spirituali. I sacerdoti spesso sono quasi analfabeti e vivono una dubbia morale. È questa la Chiesa che Francesco è chiamato a restaurare dall’interno, ed è questa la Chiesa alla quale Francesco vuole obbedire perché sa che nonostante tutto in essa il Signore continua a parlare.

Come seguaci Francesco, quindi anche noi disponiamoci ad accogliere la volontà di Dio che si manifesta nei fratelli che il Signore ha chiamato al governo della Chiesa e al governo delle nostre fraternità, sicuri che il Signore che li ha chiamati li assisterà nel compito loro affidato e che, come dice S. Agostino: «Se il Signore può permettere che sbagli chi comanda, non permette che sbagli chi obbedisce».

In conclusione, celebrando questa solennità, fratelli e sorelle, guardiamo a ciò che S. Francesco ha fatto della sua vita, seguiamo il suo esempio nella disponibilità a compiere il progetto d’amore del Padre per noi e come lui; mettiamo realmente la nostra vita sotto la Signoria di Cristo; in tal modo saremo realmente discepoli di Cristo e seguaci di Francesco, uomini e donne pienamente realizzati, strumenti di Dio per edificare giorno dopo giorno il Regno dei Cieli. Il Signore ce lo conceda per intercessione di S. Francesco nostro Serafico Padre.

Fr. Marco

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