«Se toglierai di mezzo
a te l’oppressione, il puntare il dito e il parlare empio, se aprirai il tuo
cuore all’affamato, se sazierai l’afflitto di cuore, allora brillerà fra le
tenebre la tua luce, la tua tenebra sarà come il meriggio» (Is 58, 7-10)
«… la vostra fede non
fosse fondata sulla sapienza umana, ma sulla potenza di Dio.» (1Cor 2, 1-5)
«Voi siete il sale
della terra; … Voi siete la luce del mondo; … Così risplenda la vostra luce
davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al
Padre vostro che è nei cieli» (Lc 5,13-16)
La Parola di Dio della V domenica del Tempo ordinario, ci
presenta i simboli del sale e della luce. Due elementi preziosi nella nostra
vita, tanto che il sale era anticamente usato come moneta di scambio e fino
qualche decennio fa era monopolio di Stato (si possono ancora vedere alcune
antiche insegne: “sali e tabacchi”).
Questi due simboli, inoltre, ci rimandano al battesimo che
abbiamo ricevuto: un tempo, al momento del battesimo, si metteva un po’ di sale
sulla bocca del neo battezzato perché ricevesse la Sapienza che viene
da Cristo (la parola sapienza ha
a che fare con il latino săpĕre e quindi con sapore); tutt’oggi, come allora, la
liturgia prevede che al neofita, nella persona dei genitori, venga consegnata
una candela accesa al Cero Pasquale (principale segno del Cristo risorto)
come simbolo della luce della Fede che deve guidarlo nella sua vita;
una luce di cui sia il neofita che i genitori sono chiamati a prendersi cura.
Nel Vangelo di oggi Gesù ci rivela una verità che, se da una
parte può rallegrarci, dall’altra ci chiama a responsabilità: noi, conformati a
Cristo nel Battesimo, siamo il sale
della terra e la luce del mondo! Il mondo di oggi sembra avere perso
ogni sapienza: non poche persone hanno smarrito il senso (il sapore)
del loro vivere e sono abbagliati dalle false luci dell’egoismo,
dell’edonismo, del possesso senza condivisione … Ingannandosi, pensano che
seguendo queste luci potranno salvarsi la vita. L’inganno, però, si svela
presto, giacché più si procede, più si scopre che da una vita così non si
ottiene altro che stanchezza, insoddisfazione e inimicizie.
«Io sono la luce del
mondo, dice il Signore» (Gv 8,12) Noi siamo luce del mondo, nella misura in cui ci lasciamo illuminare da
Cristo. A noi cristiani è affidata, quindi,
la responsabilità di portare al mondo la Luce vera che è Cristo! Siamo chiamati
ad aiutare i nostri fratelli e sorelle a riscoprire il sapore della
Vita; quella vita bella e “saporita/sapiente” che comincia qui e dura per
l’eternità.
Il vangelo di oggi, però, ci mette in guardia: badiamo di
non perdere anche noi il sapore, di non diventare anche noi
"insipidi/insipienti"; badiamo a non fare spegnere o nascondere la
luce che Cristo ha acceso in noi. In questo caso, infatti la nostra vita sarà
stata inutile, senza senso essa stessa; avremo sprecato la vita!
Come Cristo, Luce del mondo, ha fatto brillare la sua luce
dal “candelabro” della Croce, fulgido segno del suo Amore, anche noi, con il
coraggio della Fede, impariamo giorno dopo giorno a vivere l’Amore nella nostra
quotidianità. Pur senza dimenticare di fare quello che possiamo per i fratelli
più bisognosi, cominciamo a vivere l’amore prima di tutto con coloro che ci
sono più prossimi: nella nostra casa (cfr. Vangelo) e tra i nostri parenti
(cfr. I lettura). Impariamo ad accoglierci e perdonarci nelle nostre debolezze,
impariamo a condividere ciò che il Signore ci ha donato … Se cominceremo a
vivere così, anche solo nel “nostro piccolo mondo”, la luce della fede e
dell’amore che Cristo ha acceso in noi si spanderà, contagerà chi ci sta
accanto e pian piano trasformerà il mondo. Il Signore ce lo conceda perché la
nostra vita possa essere quel capolavoro che Egli da sempre ha pensato per noi.
Fr. Marco.
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