giovedì 31 ottobre 2019

Quale grande amore ci ha dato il Padre, siamo realmente figli di Dio!


«Dopo queste cose vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle loro mani. E gridavano a gran voce:“La salvezza appartiene al nostro Dio, seduto sul trono, e all’Agnello”». (Ap 7,2-4.9-14)


«Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto lui.» (1Gv 3,1-3)

«Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli». (Mt 5,1-12)

Con la solennità odierna la Chiesa celebra tutti i santi, anche quelli “anonimi”, non canonizzati, e ci ricorda che tutti siamo chiamati alla santità.
Penso che sia il caso, allora, di chiedersi cosa significhi essere santo. Fare miracoli? Leggere le coscienze? Avere il dono della bilocazione? … No! Queste sono solo manifestazioni visibili, doni che il Signore può concedere per il bene della Chiesa. Essere santo significa principalmente e fondamentalmente vivere il proprio Battesimo, fare giungere a pienezza quella conformità a Cristo che ci è stata donata, cioè vivere la Fede, la Speranza e la Carità.
Vivere la Fede non significa credere che Dio esiste: questo lo credono anche i filosofi e lo sanno anche i demòni. Avere la Fede, vivere la Fede ricevuta nel nostro Battesimo, significa credere che Dio è il Padre che ci ama dall’eternità; che Gesù Cristo, Figlio eterno del Padre, si è fatto uomo ed è morto in croce per la nostra giustificazione ed è risorto per la nostra salvezza; che lo Spirito Santo, uno con il Padre e il Figlio, è stato effuso nei nostri cuori e ci guida alla Vita eterna. Avere Fede significa fidarsi del Signore e riconoscere la Sua Signoria nella nostra vita.
La Speranza virtù teologale che abbiamo ricevuto nel Battesimo non ha niente a che fare con la “speranza incerta” di chi “spera” di vincere il super enalotto, una speranza di cui giustamente il proverbio dice «chi di speranza vive, disperato muore». La Speranza cristiana è “Speranza Certa”, come direbbe S. Francesco: è la consapevolezza, fondata sulla Fede che il Padre ci ha salvati, ci ha destinati alla Vita eterna e ad essa ci conduce se noi ci lasciamo guidare. Come dice S. Giovanni nella seconda lettura di oggi: «noi fin d’ora sappiamo di essere Figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato …»
Vivere la Carità, infine, ha ben poco a che fare con l’elemosina fatta dando il nostro superfluo perché il “fratello bisognoso” smetta di importunarci. La Carità è l’amore stesso di Dio che arde nei nostri cuori e che ci spinge ad Amare Dio e i fratelli più di noi stessi. È la capacità di amare gratuitamente, di donare amore anche quando non siamo contraccambiati.
Solo vivendo quella conformità a Cristo ricevuta nel Battesimo, cioè  vivendo la Fede, la Speranza e la Carità, sperimenteremo quella Vita pienamente realizzata che il Padre ha pensato per noi. Solo così riusciremo a vivere le Beatitudini, che oggi ci vengono riproposte: potremo essere realmente “poveri in spirito” perché sapremo che la nostra vita non dipende da ciò che possediamo, ma è nelle mani di un Padre che si prende cura di noi. Potremo essere misericordiosi perché avremo fatto esperienza della misericordia del Padre che nel suo Figlio ci ha liberati dai peccati … ecc.
Come si fa ad avere la Fede, la Speranza e la Carità? È questione di “impegnarsi”? No! Come Papa Francesco ci ha ricordato, per essere santi è importante lasciare operare Dio nella nostra vita, abbandonarsi a Lui: «Cercare il Signore, custodire la sua Parola, cercare di rispondere ad essa con la propria vita, crescere nelle virtù, questo rende forti i cuori dei giovani. Per questo occorre mantenere la “connessione” con Gesù, essere “in linea” con Lui, perché non crescerai nella felicità e nella santità solo con le tue forze e la tua mente» (Christus Vivit n. 158)
 È Gesù che ci ha conformati a sé e che ci ha donato Fede, Speranza e Carità. Sono dono gratuito di Dio che ci è stato consegnato al momento del Battesimo: ogni battezzato ha in se il seme della Fede che produce i frutti della Speranza e della Carità. Un dono che ci chiama a responsabilità: se ci regalano una pianta che fa fiori meravigliosi, ma noi non la concimiamo, non la innaffiamo, non togliamo le erbacce e magari la teniamo al buio in un angolo nascosto della nostra casa, è forse colpa della pianta se non potrà fare fiori? Così è della nostra Fede: il Padre ce la dona con il Suo Spirito al momento del Battesimo; sta a noi però coltivarla, nutrirla, purificarla. Il Padre ce ne dà pure l’occasione con i Sacramenti. Nutriamo allora la nostra Fede, procuriamo di farla crescere e vedremo nascere nella nostra vita i frutti della Speranza e della Carità. Diventeremo così realmente ciò che siamo chiamati ad essere: santi che con la loro vita saranno capaci di testimoniare al mondo la Bellezza di Dio perché il mondo possa trasformarsi ogni giorno di più nel Regno di Dio.
Il Signore ce lo conceda anche per l’intercessione dei suoi santi che contemplano già la Sua Gloria. Auguri di santità.

Fr. Marco

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