sabato 24 giugno 2023

Non abbiate paura!

 «Ma il Signore è al mio fianco come un prode valoroso, per questo i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere» (Ger 20,10-13)

«… se infatti per la caduta di uno solo tutti morirono, molto di più la grazia di Dio, e il dono concesso in grazia del solo uomo Gesù Cristo, si sono riversati in abbondanza su tutti.» (Rm 5,12-15)

«E non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima;  … chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini, anch’io lo riconoscerò davanti al Padre mio che è nei cieli; chi invece mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli» (Mt 10,26-33)

La Parola di Dio della XII domenica del Tempo ordinario ci esorta a non avere paura e a confidare nel Signore nostro custode e difensore. Nella prima lettura, tratta dal libro di Geremia, infatti, ascoltiamo la vicenda del profeta minacciato dai suoi avversari a causa di ciò che il Signore gli chiede di annunziare e siamo esortati ad imparare da lui a fidarci del Signore: i miei persecutori vacilleranno e non potranno prevalere.

La vittoria finale è del Signore che ha sconfitto anche il peccato e la morte: di cosa dunque dobbiamo avere paura? La nostra vita è nelle mani amorevoli del Padre e persino i nostri capelli sono tutti contati.

Non abbiate paura di quelli che uccidono il corpo, ma non hanno potere di uccidere l’anima. Nel Vangelo il Maestro esorta i suoi discepoli ad annunciare con coraggio la Verità senza preoccuparsi della persecuzione degli uomini.

«Chiunque mi riconoscerà davanti agli uomini …» È ciò che hanno fatto i martiri di tutti i tempi: vivendo la loro vita davanti a Dio, alla sua presenza, non hanno avuto paura degli uomini, e hanno reso testimonianza davanti a loro anche quando questo è costato loro persecuzione e morte (l’evangelista Matteo scrive avendo presente la persecuzione dei primi secoli).

Probabilmente non a tutti noi sarà richiesto il martirio cruento, ma sicuramente a tutti noi è chiesto di testimoniare la nostra fede dinanzi al mondo. Una testimonianza che al “mondo” dà fastidio. Nella società occidentale contemporanea, per esempio, si vorrebbe relegare la fede, quella cristiana in particolare, alla sfera privata. Oggi, magari in nome di un malinteso senso di pacifica convivenza, si vorrebbe che i cristiani non manifestassero in alcun modo la loro fede in pubblico. Manifestazione di questa tendenza sono le campagne periodiche per togliere i crocefissi dai luoghi pubblici, la tendenza a non fare i presepi nelle scuole ecc.

Un malinteso desiderio di libertà, inoltre, porta, in altri ambiti, a rifiutare ogni verità oggettiva, persino quella del proprio corpo, percepita come limitante la libertà. Si vive come limite alla propria libertà, per esempio, il fatto che due uomini non possano concepire un bambino e si vorrebbe ovviare “affittando” una donna che porti a termine la gravidanza e venga poi privata del bambino. Pratica inaccettabile (e attualmente illegale) perché riduce le persone a cose da usare a pagamento o addirittura da “comprare”. In questo contesto, i cristiani siamo invitati a dare testimonianza, a vivere pubblicamente la nostra fede, a non avere paura di annunziare la Verità.

Come cristiani, chiamati dalla Carità custodire la dignità dei fratelli e sorelle e ad annunziare la Verità del progetto d’amore del Padre, non possiamo tacere che tutto questo sia sbagliato. Da qui l’ostracismo e la persecuzione, incruenta – almeno nella maggior parte dei casi -  ma non per questo meno violenta, di chi difende la “famiglia tradizionale” formata da un uomo e una donna che si aprono alla vita (l’unica famiglia contemplata nella Rivelazione: Gen 1,27-28).

«Abbiate paura piuttosto di colui che ha il potere di far perire nella Geènna e l’anima e il corpo» Ecco di chi dobbiamo avere paura: della seduzione del maligno che, facendoci concentrare sul nostro limite creaturale, ci fa dubitare dell’Amore del Padre e ci fa ribellare a Lui. Lontano dalla Vita che è Dio, infatti, sperimenteremo la morte, la nostra vita sarà sprecata (la Geènna era la discarica ai tempi di Gesù)

Chi mi rinnegherà davanti agli uomini, anch’io lo rinnegherò davanti al Padre mio che è nei cieli. Chiediamo il dono del Timor di Dio che ci faccia realmente temere di essere rinnegati da Cristo. Finche siamo con Lui, finché lo riconosciamo – coi fatti e nella verità – nostro Signore, la nostra vita è al sicuro nelle Sue mani. Se invece lo rinnegheremo, allora sì che saremo in balia delle potenze del mondo e avremo motivo di avere paura!

Restando uniti a Cristo, nostra Vita e nostra Salvezza, allora, testimoniamo la nostra fede e riconosciamo senza vergogna dinanzi agli uomini il nostro Signore Gesù Cristo. «Non abbiate dunque paura: voi valete più di molti passeri!»

Fr. Marco

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