venerdì 23 settembre 2022

San Pio da Pietrelcina

 «Così dice il Signore: "Non si vanti il sapiente della sua sapienza, non si vanti il forte della sua forza, non si vanti il ricco della sua ricchezza.» (Ger 9,22-23)

«Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita.» (Mt 11, 25-30)

Dall’epistolario di P. Pio Vol IV p. 309-310

La Parola di Dio della Festa di San Pio da Pietrelcina ci presenta una virtù fondamentale per i discepoli di Cristo: l’umiltà senza la quale non può esistere la vera Carità, il vero amore di Dio e del prossimo.

Senza umiltà, infatti, non vi può essere alcun’altra virtù in un’anima. Il mondo cerca l’apparenza, i gesti eclatanti; Dio, al contrario ama e sceglie per sé la via dell’umiltà. Anche Padre Pio, discepolo di Cristo sulle orme di S. Francesco, ama e vive l’umiltà.

Il primo tratto distintivo dell’umiltà di cuore, è avere una giusta conoscenza di sé e saper apprezzare gli altri. Il superbo, al contrario, non ha una giusta conoscenza di sé e non è capace di stimare gli altri: o si stima superiore agli altri, o non riconosce ciò che il Signore ha operato nella sua vita perché pretende di essere più grande di quello che è. È questa giusta conoscenza di sé che Padre Pio raccomanda ai suoi figli spirituali: «Non ti meraviglierai affatto delle tue debolezze ed imperfezioni ma riconoscendoti per quello che tu sei, ti arrossirai della tua incostanza ed infedeltà a Dio, ed in Lui proponendo e confidando, ti abbandonerai tranquillamente sulle braccia del celeste Padre come un tenero bambino su quelle materne» (Epist. IV, 257). Ed ancora: «Tenetevi sempre sull’ultimo luogo tra gli amanti del Signore, stimando tutti migliori di voi; rivestitevi di umiltà verso gli altri, poiché Dio resiste ai superbi e dà la grazia agli umili.» (Epist. III, 50).

Questa conoscenza di sé e delle proprie debolezze, però non è compiacenza o rassegnazione, ma pazienza con i propri limiti nel continuo impegno, con l’aiuto di Dio, per migliorarsi. È ancora a questo che Padre Pio ci esorta: «Conviene sopportare pazientemente la nostra imperfezione per potere arrivare alla perfezione; dico sopportarla con pazienza e non già di amarla e accarezzarla; l’umiltà si nutre in questa sofferenza.» (Epist. IV, 365)

Prendete il mio giogo sopra di voi. L’umiltà, inoltre è fondamentale per portare insieme a Gesù il giogo della Croce: fare della propria vita un dono d’amore per Dio e per i fratelli. Senza l’umiltà, infatti, senza la giusta conoscenza di noi, potremmo essere tentati di vantarci dei gesti d’amore che il Signore ci concede di fare; potremmo sentirci degni della salvezza. È per l’umiltà che possiamo “restare al nostro posto” riconoscendo che non ci salviamo da soli, ma che abbiamo bisogno della salvezza che ci viene dalla croce di Cristo.

Contemplando quest’oggi l’amore gratuito e fedele di Dio per noi che si manifesta in San Pio, prendiamo umilmente atto delle tante nostre incorrispondenze a questo amore e umilmente chiediamogli Perdono e la Grazia di amarLo imitando la Sua mitezza e umiltà e portando ogni giorno su di noi il Suo giogo – la Croce abbracciata per amore – rinnegando noi stessi per dare a Lui il primo posto nella nostra vita.

Fr. Marco

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