venerdì 8 gennaio 2021

Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete.

 «Su, ascoltatemi e mangerete cose buone e gusterete cibi succulenti. Porgete l’orecchio e venite a me, ascoltate e vivrete.» (Is 55,1-11)

«Carissimi, chiunque crede che Gesù è il Cristo, è stato generato da Dio; … Chiunque è stato generato da Dio vince il mondo; e questa è la vittoria che ha vinto il mondo: la nostra fede.» (1Gv 5,1-9)

« … in quei giorni, Gesù venne da Nàzaret di Galilea e fu battezzato nel Giordano da Giovanni. E, subito, uscendo dall’acqua, vide squarciarsi i cieli e lo Spirito discendere verso di lui come una colomba. E venne una voce dal cielo: “Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento”». (Mc 1,7-11)

Il tempo e il mistero di Natale sono portati a compimento dalla solennità del Battesimo del Signore che celebriamo questa domenica: il Verbo coeterno del Padre, che si è fatto  uomo per la nostra salvezza, si fa solidale con l’umanità peccatrice e si confonde con essa sulle rive del Giordano per ricevere da Giovanni un battesimo di penitenza. Egli si è fatto uomo perché noi possiamo diventare figli di Dio. Dio è nato perché noi possiamo rinascere.

Pensiamo a ciò che scrive san Giovanni nel Prologo del suo Vangelo che la Liturgia ci ha proposto spesso in questi giorni: A quanti l’hanno accolto ha dato potere di diventare figli di Dio (Gv 1,12). Questo è ciò che avviene nel sacramento del Battesimo: l’uomo, conformato al Figlio Unigenito, diventa realmente figlio di Dio. Il Battesimo fa iniziare in noi la Vita Nuova. Anche a ciascuno di noi, conformati a Cristo nel Battesimo, il Padre dice: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento». Generato dal Battesimo a vita nuova, il cristiano inizia il suo cammino di crescita  finché arriviamo tutti all'unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio, fino all'uomo perfetto, fino a raggiungere la misura della pienezza di Cristo. (Ef 4,13). Un cammino che lo porterà ad invocare consapevolmente Dio come “Abbà – Padre”, a rivolgersi a Lui con gratitudine e a vivere la gioia di essere suo figlio.

Per potere vivere di questa vita nuova che ci è stata regalata, per accogliere il compiacimento del Padre, siamo, però invitati all’ascolto obbediente della Parola. È ciò che ci dice oggi il profeta Isaia nella prima lettura: ascoltate e vivrete! Ascoltare il nostro Maestro Gesù Cristo, il Verbo del Padre che si è fatto carne, significa fidarci di Lui, riporre in Lui la nostra fede, e obbedire ai suoi comandamenti; ciò comporta non credere ad altri “maestri”, non vivere “secondo il mondo”, ma “secondo il vangelo”. Solo così, obbedendo al comandamento dell’amore di Dio autenticato dall’amore dei fratelli, dimostreremo di essere diventati nuova creatura, di essere stati “generati dal Dio” (II lettura). Come cristiani, infatti, grazie allo Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, abbiamo in sorte il dono e l’impegno di vivere da figli di Dio e da fratelli, per essere come “lievito” di un’umanità nuova, solidale e ricca di pace e di speranza.

Fr. Marco

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