sabato 11 gennaio 2020

Questi è il Figlio mio, l’amato


«Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni.» (Is 42,1-4.6-7)

«In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma accoglie chi lo teme e pratica la giustizia, a qualunque nazione appartenga.» (At 10,34-38)

«In quel tempo, Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui.
 … Ed ecco una voce dal cielo che diceva: “Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento”» (Mt 3,13-17)


Questa domenica, festa del Battesimo del Signore, giunge a compimento il tempo di Natale e il mistero dell'incarnazione: il Verbo coeterno del Padre, Dio da Dio, che si è fatto carne per la nostra salvezza, si fa solidale con l’umanità peccatrice e si confonde con essa sulle rive del Giordano per ricevere un battesimo di penitenza.
Come sappiamo, infatti, il battesimo impartito da Giovanni non è il sacramento che noi abbiamo ricevuto, ma un “lavacro” rituale che, simboleggiando il serio proposito di convertirsi, di fare penitenza, dava inizio ad una vita nuova. Gesù, l’unico innocente, non aveva bisogno di conversione e penitenza. Da qui le proteste di Giovanni: “Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?” Il Signore, però, vuole adempiere ogni giustizia, portare a compimento la Sua solidarietà con l’umanità. L’Unigenito del Padre vuole salvare tutti, non fa preferenza di presone, per questo si confonde con noi peccatori perché possiamo diventare figli. Da qui il compiacimento del Padre che dà inizio alla vita pubblica di Gesù.
Celebrare la festa del Battesimo del Signore, tuttavia, ci dà anche l’occasione per riflettere sul sacramento Battesimo che noi abbiamo ricevuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Quel Battesimo che, innestandoci nell’Unigenito Figlio di Dio, ci ha resi figli: anche per noi il Padre, nel giorno del nostro battesimo, ha detto: “Questi è il Figlio mio, l’amato”.
Siamo diventati figli di Dio! Lo siamo perché il Battesimo ci ha conformati a Cristo, ci ha innestati in Lui. Questa conformità, però, deve essere visibile nel nostro quotidiano. Anche noi siamo chiamati ad “adempiere ogni giustizia”: ad ascoltare e obbedire alla Sua Parola e a rendere gloria al Padre con le opere  che testimonino il nostro essere figli. Come il Figlio Unigenito, siamo chiamati ad amarci gli uni gli altri; ad amare e a fare del bene anche a quanti non ci amano. Siamo chiamati a fare della nostra vita un dono e così portare frutto perché il Padre possa compiacersi anche di noi.
Fr. Marco

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