«In quei giorni, i
capi dissero al re: “Si metta a morte Geremìa, appunto perché egli scoraggia i
guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo
loro simili parole …”» (Ger 38,4-6.8-10)
«Pensate attentamente
a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori,
perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al
sangue nella lotta contro il peccato.» (Eb 12,1-4)
«Pensate che io sia
venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi,
se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due
contro tre». (Lc 12,49-53)
In questa XX domenica del Tempo Ordinario, la Parola di Dio
ci libera dall’illusione di comodi irenismi, ci presenta un Dio esigente, che
chiede di prendere posizione anche quando questa risulta scomoda e sgradita al
mondo.
È ciò che avviene a Geremia chiamato da Dio ad annunziare la
sconfitta contro il re Nabucodonosor a causa del peccato di Israele,
consistente soprattutto nell’idolatria, nell’avere separato il culto a Dio
dalla vita quotidiana. Sono parole sgradite al re e alla sua corte. È più
piacevole credere a falsi profeti che, senza mandato di Dio, annunciano una
facile vittoria. Geremia subirà persecuzione per la sua fedeltà al messaggio
divino, ma resterà fedele ad esso.
Pensate che io sia
venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione Anche nel
Vangelo Gesù ci avvisa che camminare dietro a Lui, essere suoi discepoli, richiede
di prendere posizione per rimanere fedeli al Suo messaggio, alla Verità. Essere
discepoli di Cristo è incompatibile con il “volemose
bene” al quale oggigiorno alcuni vorrebbero ridurre il messaggio cristiano:
«fai come ti pare, l’importante e che ti
senti a posto … l’amore è amore … tanto Dio è buono e perdona a tutti».
Oggi un cristiano che prende sul serio il Vangelo e vuole
viverlo fedelmente, facilmente viene accusato di essere “estremista”, bigotto,
viene ostracizzato, estromesso da luoghi di lavoro, soprattutto se questi hanno
alta visibilità; cantanti che vengono “esclusi dal giro” perché si dichiarano
cristiani (per es. Giacomo Celentano), giornalisti che devono subire polemiche
e rischiano di non potere lavorare perché portano al collo un crocifisso (per
es. Marina Nalesso). Oggi tutto è permesso, a tutti si garantisce libertà di
espressione, tranne che a chi si professa cristiano e annuncia la Verità del
Vangelo.
Il Maestro oggi ci invita a non lasciarci spaventare se la
nostra fede ci procura persecuzione, anche all’interno del nostro nucleo
familiare. Rimaniamo fedeli al Vangelo, opponiamoci al peccato in noi e alle “strutture
di peccato” che la società attuale vorrebbe proporci come giuste. Non accettiamo
che la nostra fede sia relegata alla sfera intima e slegata dalla vita
quotidiana. Facciamo scelte coraggiose. Denunciamo il male nella società perché
i fratelli possano correggersi.
Ardenti d’Amore per Cristo, quindi, guardando a colui che ha sopportato contro di sé una
così grande ostilità dei peccatori, rendiamo coraggiosamente testimonianza
della nostra fede. Se non Lo rinnegheremo, alla fine anche noi saremo
riconosciuti come Suoi.
Fr. Marco
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