sabato 17 agosto 2019

Sono venuto a gettare fuoco sulla terra!


«In quei giorni, i capi dissero al re: “Si metta a morte Geremìa, appunto perché egli scoraggia i guerrieri che sono rimasti in questa città e scoraggia tutto il popolo dicendo loro simili parole …”» (Ger 38,4-6.8-10)

«Pensate attentamente a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, perché non vi stanchiate perdendovi d’animo. Non avete ancora resistito fino al sangue nella lotta contro il peccato.» (Eb 12,1-4)

«Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D’ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre». (Lc 12,49-53)

In questa XX domenica del Tempo Ordinario, la Parola di Dio ci libera dall’illusione di comodi irenismi, ci presenta un Dio esigente, che chiede di prendere posizione anche quando questa risulta scomoda e sgradita al mondo.
È ciò che avviene a Geremia chiamato da Dio ad annunziare la sconfitta contro il re Nabucodonosor a causa del peccato di Israele, consistente soprattutto nell’idolatria, nell’avere separato il culto a Dio dalla vita quotidiana. Sono parole sgradite al re e alla sua corte. È più piacevole credere a falsi profeti che, senza mandato di Dio, annunciano una facile vittoria. Geremia subirà persecuzione per la sua fedeltà al messaggio divino, ma resterà fedele ad esso.
Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione Anche nel Vangelo Gesù ci avvisa che camminare dietro a Lui, essere suoi discepoli, richiede di prendere posizione per rimanere fedeli al Suo messaggio, alla Verità. Essere discepoli di Cristo è incompatibile con il “volemose bene” al quale oggigiorno alcuni vorrebbero ridurre il messaggio cristiano: «fai come ti pare, l’importante e che ti senti a posto … l’amore è amore … tanto Dio è buono e perdona a tutti».
Oggi un cristiano che prende sul serio il Vangelo e vuole viverlo fedelmente, facilmente viene accusato di essere “estremista”, bigotto, viene ostracizzato, estromesso da luoghi di lavoro, soprattutto se questi hanno alta visibilità; cantanti che vengono “esclusi dal giro” perché si dichiarano cristiani (per es. Giacomo Celentano), giornalisti che devono subire polemiche e rischiano di non potere lavorare perché portano al collo un crocifisso (per es. Marina Nalesso). Oggi tutto è permesso, a tutti si garantisce libertà di espressione, tranne che a chi si professa cristiano e annuncia la Verità del Vangelo.
Il Maestro oggi ci invita a non lasciarci spaventare se la nostra fede ci procura persecuzione, anche all’interno del nostro nucleo familiare. Rimaniamo fedeli al Vangelo, opponiamoci al peccato in noi e alle “strutture di peccato” che la società attuale vorrebbe proporci come giuste. Non accettiamo che la nostra fede sia relegata alla sfera intima e slegata dalla vita quotidiana. Facciamo scelte coraggiose. Denunciamo il male nella società perché i fratelli possano correggersi.
Ardenti d’Amore per Cristo, quindi, guardando a colui che ha sopportato contro di sé una così grande ostilità dei peccatori, rendiamo coraggiosamente testimonianza della nostra fede. Se non Lo rinnegheremo, alla fine anche noi saremo riconosciuti come Suoi.
Fr. Marco

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