«La notte [della
liberazione] fu preannunciata ai nostri padri, perché avessero coraggio,
sapendo bene a quali giuramenti avevano prestato fedeltà.» (Sap 18,6-9)
«Per fede, Abramo,
messo alla prova, offrì Isacco, e proprio lui, che aveva ricevuto le promesse,
offrì il suo unigenito figlio, del quale era stato detto: «Mediante Isacco
avrai una tua discendenza». Egli pensava infatti che Dio è capace di far
risorgere anche dai morti: per questo lo riebbe anche come simbolo.» (Eb
11,1-2.8-19)
«Non temere, piccolo
gregge, perché al Padre vostro è piaciuto dare a voi il Regno. Vendete ciò che
possedete e datelo in elemosina; fatevi borse che non invecchiano, un tesoro
sicuro nei cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma. Perché, dov’è il
vostro tesoro, là sarà anche il vostro cuore. Siate pronti, con le vesti
strette ai fianchi e le lampade accese; siate simili a quelli che aspettano il
loro padrone quando torna dalle nozze, in modo che, quando arriva e bussa, gli
aprano subito.» (Lc 12,32-48)
In questa XIX Domenica del TO la pagina evangelica si apre
con l’esortazione a non temere. Un invito che ricorre spesso nella Parola di
Dio (qualcuno ha contato 365 volte: una per ogni giorno dell’anno).
Già la grande frequenza con cui ricorre, ci indica quanto sia
importante questa esortazione a non temere: ne va della nostra Fede e della
nostra Carità e quindi della pienezza della nostra Vita: «Nell’amore non c’è timore, al contrario l’amore perfetto scaccia il
timore» (1Gv 4,18).
Quando ci lasciamo dominare dalla paura, infatti, ci ritroviamo “paralizzati”,
incapaci di fare scelte di Vita; spesso, anzi, nel tentativo di “salvarci la
vita” facciamo “scelte di morte”. Per questo il Signore ci esorta a non temere
e a lasciarci guidare dalla Fiducia nell’Amore gratuito del Padre il quale ci
dona la Vita, il Regno, tutto se stesso.
Se crederemo realmente all’Amore del Padre, se ci lasceremo
amare, allora saremo capaci di fare scelte liberanti, scelte di Vita; non
saremo più schiavi dell’idolo del possesso, non ci affanneremo più ad
accaparrare e a difendere ciò che non è capace di darci Vita; saremo capaci di
condividere ciò che abbiamo: sapremo di avere un Padre che si prende cura di
noi, avremo un tesoro sicuro nei
cieli, dove ladro non arriva e tarlo non consuma.
Siate pronti, … Oltre
ad esortarci a non lasciarci paralizzare dalla paura, il Vangelo di oggi ci
invita anche alla vigilanza, all’attesa operosa. Ci invita a ricordarci che la
vita è un “andare verso”, ha un senso, una meta; ci invita a ricordarci
che attendiamo l’incontro con il nostro Signore. Un incontro che sarà festoso
se sarà stato preparato; se non avremo permesso alle cose del mondo di
intontirci tanto da farci dimenticare chi aspettiamo; se saremo rimasti operosi
nell’amore (le vesti ai fianchi, il prendersi cura dei fratelli): Beati quei servi che il padrone
al suo ritorno troverà ancora svegli; in verità io vi dico, si stringerà le
vesti ai fianchi, li farà mettere a tavola e passerà a servirli.
Se, invece, avremo permesso alla paura, alla pigrizia,
all’egoismo e a tutte le nostre passioni di farci dimenticare chi aspettiamo, dovremo
rendere conto delle nostre scelte egoistiche, delle nostre scelte di morte: al
momento incontro, il Signore ratificherà la nostra scelta di vivere senza di
Lui. Ecco l’unica cosa che dobbiamo temere: essere privati di Lui che è la
Vita, la Luce, ogni Bene …
L’incontro con il Signore, il fine, più che la fine della
nostra vita terrena, non dovrà spaventarci se saremo stati operosi, se avremo
mantenuto vive Fede, Speranza e Carità, se avremo fatto fruttare le
innumerevoli grazie che il Signore ci ha donato. Il Signore ce lo conceda.
Fr. Marco
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