sabato 15 gennaio 2022

Il Vino della Gioia

 «Sì, come un giovane sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.» (Is 62,1-5)

​«Fratelli, vi sono diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto in tutti.» (1Cor 12,4-11)

«Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.» (Gv 2,1-11)

​Questa domenica, seconda del Tempo Ordinario, nel Vangelo si completa la manifestazione di Gesù cominciata con l’epifania e continuata con il battesimo (la voce dall’alto): con il primo segno Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Il contesto in cui avviene l'inizio dei segni è un contesto nuziale. Si tratta di un simbolo potente già usato dai profeti per descrivere il Patto di reciproca appartenenza tra JHWH e il popolo eletto, la prima lettura ne è un esempio.

«Non hanno vino» In questo matrimonio viene a mancare il vino. Senza vino la festa è destinata a finire. Lo stesso avveniva anche nel patto tra JHWH e il popolo: non c’è più il vino della gioia! Non c’è più festa. Il popolo ha dimenticato chi è il suo Dio; ha assolutizzato la legge e vive il suo rapporto con Dio come un adempimento di doveri in cui cerca il tornaconto immediato (do ut des: do affinché tu dia): celebra il culto per avere salute e ricchezza; cerca i doni di Dio dimenticando il Datore di ogni bene, il Signore che opera tutto in tutti.

«Non è ancora giunta la mia ora» Non a caso, quando la Madre fa notare a Gesù che non hanno più vino, Lui risponde facendo allusione all’Ora. Solo nell’Ora della Sua Gloria (come Giovanni legge la passione, morte e resurrezione) in cui verrà sancita la Nuova ed Eterna Alleanza, infatti, tornerà la gioia piena.

Alla risposta di Gesù, che sembra volere negare il suo intervento, fa seguito un ordine della Madre ai servi: «Qualsiasi cosa vi dica, fatela». Potenza della fede: Maria, con la sua fiducia nell’intervento del Figlio, in qualche modo anticipa l’Ora. Non si lascia scoraggiare dall’apparente diniego di Gesù. Soffermiamoci brevemente su ciò che la Madre ci insegna in questo contesto: il potere della preghiera fiduciosa e perseverante, e la necessità di fare qualsiasi cosa vi dica, cioè anche ciò che può sembrarci illogico, non secondo il nostro modo di pensare. Finché non accoglieremo la Sua logica nella nostra vita, finché non accetteremo, concretamente ed esistenzialmente, la Sua signoria sulla nostra vita, non potremo gustare il vino della gioia che Lui vuole darci.

«… hai conservato fino ad ora il vino buono» Il commento del maestro di tavola ci aiuta a comprendere che il centro è non tanto il cambiamento dell’acqua in vino, ma il fatto che questo vino è migliore di quello che c’era prima. Era “vino buono” anche quello che in precedenza animava il Patto tra Dio e il popolo, cioè la Legge data attraverso Mosè, ma il vino di Gesù è migliore: adesso c’è una rivelazione che va oltre la rivelazione della Legge. Adesso l’amore di Dio è manifestato con una vivacità e una chiarezza senza riserve. Come ci ricorda il Prologo di S. Giovanni: «La Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità sono venute attraverso Gesù Cristo» (Gv 1,17). Non solo, ma questo “vino”, la gioia messianica, è sovrabbondante: «Vi erano là sei anfore … contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri» Si tratta quindi di una quantità di vino tra i 480 e i 720 litri, un dono che va al di là del bisogno e delle nostre attese.

Dato il contesto nuziale in cui avviene l’inizio dei segni, mi permetto un riferimento a come oggi il mondo intende il matrimonio. Perfino alcuni cristiani hanno dimenticato che il matrimonio è immagine dell’amore di Cristo per la Chiesa (cfr Ef 5,31-32), un amore in cui i coniugi vivono l’uno per l’altra. Oggi il matrimonio è visto da molti quasi esclusivamente come una ricerca di appagamento egoistico: l’altro/a mi deve rendere felice; quando non adempie più allo scopo (non mi soddisfa) lo posso cambiare. La prospettiva è ego-centrata e Dio non trova posto nel rapporto di coppia. Per questo anche in molti matrimoni odierni viene a mancare il "vino della gioia".

La buona notizia di oggi è che il Signore vuole darci abbondantemente il vino della gioia. Perché questo avvenga, tuttavia, è necessaria una “conversione”, cambiare la prospettiva in cui si vive e riammettere Dio nella nostra vita. Solo così gusteremo una gioia che nessun altro può donarci.

Fr. Marco

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