venerdì 7 gennaio 2022

Egli ci ha salvati con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo

«Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri». (Is 40, 1-5.9-11)

«Ma quando apparvero la bontà di Dio, salvatore nostro, e il suo amore per gli uomini, egli ci ha salvati, non per opere giuste da noi compiute, ma per la sua misericordia, con un’acqua che rigenera e rinnova nello Spirito Santo» (Tt 2,11-14;3,4-7)

«Giovanni rispose a tutti dicendo: “Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco”». (Lc 3, 15-16.21-22)

Oggi celebriamo la festa del Battesimo del Signore con la quale giunge a compimento il mistero e il tempo di Natale: il Verbo, coeterno con il Padre, che si è fatto uomo per la nostra salvezza, per raggiungere tutti gli uomini si fa solidale con l’umanità peccatrice e si confonde con essa sulle rive del Giordano per ricevere un battesimo di penitenza.

Come sappiamo, infatti, il battesimo impartito da Giovanni non è il sacramento che noi abbiamo ricevuto, ma un “lavacro” simbolico che suggellava il serio proposito di convertirsi, di fare penitenza. Gesù, l’unico innocente, non ne aveva bisogno. Da questo sono motivate le proteste di Giovanni riportate nel vangelo di Matteo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?» (Mt 3,14). Il Signore, però, vuole portare a compimento la Sua solidarietà con l’umanità; vuole salvare tutti senza distinzioni. Il Figlio eterno del Padre, si confonde con i peccatori perché noi possiamo diventare figli. Da qui il compiacimento del Padre che dà inizio alla vita pubblica di Gesù.

«… viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali». All’umiltà di Gesù che si mischia con l’umanità peccatrice, fa eco l’umiltà di Giovanni. Dinanzi le attese delle folle che aspettano il Messia, Giovanni sa stare al suo posto, nella verità: lui prepara la venuta del Messia, ma non è lui il Salvatore atteso. Ecco un atteggiamento che ritengo sarebbe bello se riuscissimo ad imparare: stare davanti a Dio e davanti agli uomini nella verità di noi stessi, senza valutarci più di quanto sia conveniente valutarci (Cfr Rm 12, 3) e senza tirarci indietro, per falsa umiltà, dal fare ciò che siamo chiamati a fare.

«Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera». L’evangelista Luca spesso parla della preghiera di Gesù presentata a modello della preghiera dei discepoli. È la preghiera del Figlio che si rivolge al Padre fiducioso, che ascolta la Sua Parola e si dispone a compiere la Sua volontà. Così ci ha insegnato a pregare Gesù: «Padre … sia fatta la Tua volontà» (Cfr. Mt 6, 9-10 e Lc 11,2-4). Pregare, infatti non significa soltanto e soprattutto chiedere cose, ma mettersi alla presenza del Padre, in comunione con lui, chiedendo soprattutto la grazia de compiere la Sua volontà che è la nostra vera salvezza. È questa la preghiera dei figli di Dio.

Celebrare la festa del Battesimo del Signore, infatti, ci dà anche l’occasione per fare memoria di quanto è avvenuto nel nostro Battesimo, quello che abbiamo ricevuto nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo; quello in Spirito Santo e fuoco; quel Battesimo che, innestandoci nell’Unigenito Figlio di Dio, ci ha resi figli: anche per noi il Padre, nel giorno del nostro battesimo, ha detto: «Tu sei il Figlio mio, l’amato».

Siamo diventati figli di Dio! Lo siamo perché il Battesimo ci ha conformati a Cristo, ci ha innestati in Lui. Questa conformità, però, deve essere visibile nel nostro quotidiano. In qualità di figli, come ci ricorda s. Paolo nella seconda lettura, siamo invitati ad imparare dal Figlio a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo. Siamo chiamati a portare frutto con la nostra vita perché il Padre possa compiacersi anche di noi.

Fr. Marco

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