venerdì 10 settembre 2021

Voi chi dite che io sia?

 «Il Signore Dio mi ha aperto l’orecchio e io non ho opposto resistenza, non mi sono tirato indietro.» (Is 50, 5-9)

«A che serve, fratelli miei, se uno dice di avere fede, ma non ha opere? Quella fede può forse salvarlo? … Così anche la fede: se non è seguita dalle opere, in se stessa è morta.» (Gc 2,14-18)

«… “Ma voi, chi dite che io sia?” … “Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini” … “Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverà”» (Mc 8,27-35)

Nella XXIV domenica del tempo ordinario (anno B), il Vangelo ci pone una domanda fondamentale per la nostra vita di fede: chi è per me Gesù? La risposta non è scontata come vorremmo. Troppo spesso, infatti, la nostra professione di fede viene smentita dalla nostra vita. Troppo spesso alla fede dichiarata a parole non facciamo seguire le opere corrispondenti.

La fede, se non è seguita dalle opere, è morta. Perché la nostra professione di fede in Gesù riconosciuto come il nostro Signore, il Messia e Salvatore, sia autentica e credibile, siamo chiamati a testimoniarlo con la vita comportandoci da discepoli: imparando a camminare dietro di Lui, in obbedienza alla Sua Parola e non come coloro che vogliono insegnargli ciò che deve fare!

«Se qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» Nel Vangelo di oggi, il Maestro ci istruisce sulle esigenze del discepolato. In particolare ci invita al rinnegamento di se stessi, esigenza imprescindibile della sequela.

Che significa rinnegare se stessi? Nel Nuovo Testamento il  verbo “rinnegare” ricorre con costanza in due contesti diversi: quando si parla di rinnegamento di sé e quando si parla di rinnegamento di Cristo: «Chi mi rinnegherà davanti agli uomini …» (Mt 10, 33). Le due cose, secondo il Vangelo, sono in alternativa: o si rinnega se stessi, o si rinnega Cristo. O si cerca di “salvarsi la vita” secondo la logica del mondo, si cerca, cioè di fare valere i propri diritti mettendo il nostro Io al centro della nostra vita; o ci si mette alla sequela di Cristo, si prende a cuore l’esigenza e la mentalità del Regno e si mette Cristo al centro della propria vita. Il “rinnegamento”, quindi, non è mai fine a se stesso, né un ideale in sé. Dire no a se stessi è il mezzo per dire sì a Cristo. Se scegliamo di seguire Cristo, dobbiamo smettere di seguire il nostro io e rinnegare noi stessi: il nostro orgoglio (che ci impedisce di perdonare) il nostro egoismo (che ci impedisce di condividere), la nostra vanagloria (che ci impedisce di riconoscere i doni dei fratelli). La “logica del mondo” mi insegna che “tutto gira intorno a me”, che “io valgo”, che devo stare bene; per quanto riguarda la sofferenza, poi, come Pietro, afferma: questo non ti accadrà mai! Anche a noi, come a Pietro, oggi Gesù dice: «Vieni dietro a me, non pensare più secondo gli uomini, ma secondo Dio».

La via della sequela, quindi, è la via dell’obbedienza, della vita donata per amore ad imitazione del nostro Maestro. Questa settimana, mercoledì 15 settembre, ricorrerà l’anniversario del martirio del Beato P. Pino Puglisi (A 15/9/37 - 15/9/93) sacerdote nostro contemporaneo. Un uomo che seppe davvero mettersi alla sequela del Maestro rinnegando se stesso e imparando a perdere la vita per amore. Consacrando la sua vita a Dio nel sacerdozio, si impegnò sempre per i più piccoli e deboli subendo per questo anche il rifiuto e gli insulti. Proprio questo suo continuo prendersi cura degli ultimi, delle persone più deboli e per questo più facilmente preda della malavita organizzata, diede fastidio a coloro che hanno messo la vita al servizio del “principe di questo mondo”. Lui lo sapeva, ma scelse di non rinnegare Gesù e di non difendere la propria vita. Accolse il suo assassino con un sorriso dal quale probabilmente è scaturito il primo frutto del suo martirio: la conversione di colui che lo ha ucciso.

Insieme al Beato Padre Pino Puglisi e ai fratelli e sorelle che ci hanno preceduto, mettiamoci anche noi alla sequela del Maestro in questo cammino faticoso e in salita, ma che sfocia in quella Vita Piena che il mondo non conosce e non può darci.

Fr. Marco.

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