giovedì 10 giugno 2021

L’amore di Cristo supera ogni conoscenza

 «Quando Israele era fanciullo, io l’ho amato e dall’Egitto ho chiamato mio figlio. … Il mio cuore si commuove dentro di me, il mio intimo freme di compassione.» (Os 11,1.3-4.8-9)

«Che il Cristo abiti per mezzo della fede nei vostri cuori, e così, radicati e fondati nella carità, siate in grado di comprendere con tutti i santi quale sia l’ampiezza, la lunghezza, l’altezza e la profondità, e di conoscere l’amore di Cristo che supera ogni conoscenza, perché siate ricolmi di tutta la pienezza di Dio.» (Ef 3,8-12.14-19)

​«Vennero dunque i soldati e spezzarono le gambe all’uno e all’altro che erano stati crocifissi insieme con lui. Venuti però da Gesù, vedendo che era già morto, non gli spezzarono le gambe, ma uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua.» (Gv 19,31-37)

Nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù la liturgia della Parola ci fa contemplare il gratuito e fedele amore di Dio per noi.

Nella prima lettura, infatti ascoltiamo Dio stesso che professa il suo amore gratuito e compassionevole verso il suo popolo che si è allontanato da Lui. Il Signore che ci ama, ci ha chiamati alla vita e ci ha conformati a Lui nel Battesimo facendoci nuove creature, non ci tratta secondo i nostri peccati (cfr Sal 103).

Purtroppo, anche noi dobbiamo prendere atto che non corrispondiamo adeguatamente all’amore di Cristo e alle Sue innumerevoli grazie. Anzi, come il Popolo eletto, anche noi più volte abbiamo tradito l’Alleanza e ci siamo prostituiti agli idoli.

L’invito di questa solennità a compiere “atti di riparazione al Cuore di Gesù”, allora, ci aiuta a capire che, come ci ricorda san Francesco, di nostro abbiamo solo il peccato: «E tutte le creature, che sono sotto il cielo, ciascuna secondo la propria natura, servono, conoscono e obbediscono al loro Creatore meglio di te. E neppure i demoni lo crocifissero, ma sei stato tu con essi a crocifiggerlo, e ancora lo crocifiggi quando ti diletti nei vizi e nei peccati. Di che cosa puoi dunque gloriarti?» (FF 154; Amm. V). Gesù muore in croce per liberarmi dal mio peccato!

Uno dei soldati con una lancia gli colpì il fianco, e subito ne uscì sangue e acqua. Il Vangelo di questa solennità racconta la morte in croce di Gesù e in particolare il momento in cui, dal suo Cuore colmo d’amore, sgorga per noi quel fiume di Grazia che sono i sacramenti. Sangue ed acqua, infatti sono il simbolo dei sacramenti che la Chiesa amministra per la nostra salvezza. «Come dal costato di Adamo addormentato fu tratta Eva, sua sposa, così - secondo una tradizione patristica risalente ai primi secoli - dal costato aperto del Salvatore, addormentato sulla Croce nel sonno della morte, fu tratta la Chiesa, sua sposa; essa si forma appunto dall’acqua e dal sangue - Battesimo e Eucaristia -, che sgorgano dal Cuore trafitto. Giustamente perciò la costituzione conciliare sulla liturgia afferma: “Dal costato di Cristo morto sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa” (S.C. 5).» (San Giovanni Paolo II, Angelus 30/7/89)

Contemplando quest’oggi l’amore gratuito e fedele di Dio per noi, prendiamo umilmente atto delle tante nostre in corrispondenze a questo amore e umilmente chiediamogli Perdono e la Grazia di amarLo imitando la Sua mitezza e umiltà e portando ogni giorno su di noi il Suo giogo – la Croce abbracciata per amore – rinnegando noi stessi per dare a Lui il primo posto nella nostra vita.

Fr. Marco

Nessun commento:

Posta un commento