venerdì 18 giugno 2021

L'amore di Cristo ci possiede. Perché avete paura?

 

«Il Signore prese a dire a Giobbe in mezzo all’uragano: “Chi ha chiuso tra due porte il mare …?”» (Gb 38,1.8-11)

«Ed egli è morto per tutti, perché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risorto per loro.» (2Cor 5,14-17)

«Allora lo svegliarono e gli dissero: “Maestro, non t’importa che siamo perduti?”. … “Perché avete paura? Non avete ancora fede?”». (Mc 4,35-41)

In questa XII domenica TO la Parola di Dio ci presenta il contrasto tra la paura per la propria vita e la Fiducia che lascia che Dio sia Dio.

Nella prima lettura abbiamo ascoltato parte della risposta di Dio a Giobbe che gli chiede conto del perché delle sue sofferenze. In sostanza il Signore gli risponde: «Io sono il Signore che ha creato e ordinato il mondo, tu sei una creatura. Lascia che io sia Dio!».

Maestro, non t’importa che siamo perduti? Nella pagina evangelica, riportando il miracolo della tempesta sedata, l’evangelista Marco si rivolge probabilmente in prima istanza alla sua comunità che soffre la persecuzione e che comincia a chiedersi perché il Signore la permetta, perché non distrugga i persecutori.

Anche noi, ogni tanto, abbiamo la tentazione di volere insegnare a Dio ciò che deve fare, di chiedergli conto del perché soffriamo. Anche noi, ogni tanto, come i discepoli chiediamo «non t’importa che siamo perduti?». Oggi anche a noi Gesù risponde: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?».

Il brano evangelico si chiude sull’interrogativo riguardo l’identità di Gesù, un interrogativo rivolto anche a noi: «Chi è dunque costui …?» È il Signore, Colui per cui viviamo? (vedi II lettura) O è al nostro servizio e deve fare ciò che gli chiediamo noi?

Ci fidiamo di Gesù? Se è così, ciò che deve importarci è la consapevolezza di appartenergli, la consapevolezza che avvenga la sua volontà. Gesù ci ha insegnato a pregare così: «Venga il tuo Regno, sia fatta la tua volontà …».

Lasciamoci guidare da Gesù: anche se dovremo attraversare la tempesta, se dovremo salire con Lui sulla croce della sofferenza per amore … anche quando tutto sembrerà perduto (“le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena”), Egli ci condurrà ad una Vita piena ed Eterna che solo Lui può darci (a Giobbe, alla fine del racconto, viene restituito moltiplicato tutto quanto aveva perso). Se, invece, cercheremo scappatoie e scorciatoie, allora sì rischieremo di perderci, di non giungere mai al Porto.

Ravviviamo, allora, la nostra fiducia: «l’amore del Cristo ci possiede»; siamo nelle Sue mani, non lasciamoci condizionare dalla paura.

Fr. Marco

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