«Essi lo uccisero
appendendolo a una croce, ma Dio lo ha risuscitato al terzo giorno» (At
10,34.37-43)
«Voi infatti siete
morti e la vostra vita è nascosta con Cristo in Dio! Quando Cristo, vostra
vita, sarà manifestato, allora anche voi apparirete con lui nella gloria» (Col
3,1-4)
«Il primo giorno della
settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora
buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.» (Gv 20,1-9)
La liturgia solenne della Pasqua, soprattutto della Veglia,
è ricca di simboli ed è già in se significativa. Ritengo, tuttavia, che sia
importante soffermarsi sulla simbologia battesimale della luce e dell’acqua che
sono all’origine di ogni vita cristiana: il cero pasquale, simbolo eminente del
Cristo Risorto, e l’acqua lustrale, in cui siamo rinati a nuova vita nel
Battesimo, e dalla quale durante la veglia siamo stati aspersi.
La luce e l’acqua, infatti, sono i simboli che maggiormente
risaltano nella liturgia della veglia e del giorno di Pasqua. Elementi
indispensabili alla vita naturale, la luce e l’acqua trasfigurati diventano
anche elementi indispensabili alla vita soprannaturale, quella vita in Cristo
che trova la sua origine proprio nella resurrezione del nostro Signore.
Con il Battesimo, infatti, anche noi siamo morti e risorti
con Cristo; siamo stati conformati a Cristo morto e risorto. Il Battesimo, è la
venuta del Risorto in noi! Il giorno di Pasqua, quindi una nuova primavera di
speranza comincia nel mondo. È l’inizio di una Vita Nuova, perché il Signore
presente cambia le nostre logiche, le nostre abitudini, i nostri rapporti.
La celebrazione Pasqua, non è soltanto “folclore”, né la
memoria di un evento confinato nel passato. La celebrazione della Pasqua è un “memoriale”
che riattualizza l’evento principale della nostra salvezza: Cristo ha sconfitto
il peccato e la morte! Non siamo più schiavi del peccato che ci separava da Dio
e dai fratelli. La pietra che ci imprigionava nel sepolcro è stata rotolata
via: la Vita è libera.
Morto e risorto con Cristo, infatti, ogni battezzato, vive
in comunione con Gesù Cristo, nel corpo di mistico che è la Chiesa: tutti siamo
«uno in Cristo» (Gal 3, 28). Nel Battesimo il Signore Risorto è entrato nella
nostra vita per la porta del nostro cuore. Noi non siamo più uno accanto all'altro
o uno contro l'altro. Il Risorto viene a noi e congiunge la Sua vita con la
nostra, tenendoci dentro al suo amore. Noi battezzati diventiamo un'unità, una
cosa sola con Lui e una cosa sola tra di noi.
Abbiamo, tuttavia, la responsabilità di accogliere il dono:
Cristo ha sconfitto il peccato e la morte e ci ha regalato una Vita nuova e
piena che è iniziata in noi nel Battesimo, ma non si sostituisce a noi. Lui ci
ha donato la libertà dalla schiavitù del peccato, ma siamo noi a doverne fare
buon uso e scegliere di servire il Signore della Vita perché la libertà non
diventi un pretesto per continuare ad asservirci alle opere della carne.
Con il Battesimo, infatti Cristo ha fatto iniziare in noi
una vita nuova ed eterna, ma ci ha lasciato la responsabilità di coltivare
questa vita o lasciarla appassire. Proprio perché questa Vita nuova che è
iniziata in noi possa crescere e svilupparsi, il Signore ci ha lasciato ciò che
è essenziale: la Luce e l’acqua. La Luce che promana dalla Sua Resurrezione e
che si irradia nella Sua Parola proclamata dalla Chiesa la quale nutre la
nostra Fede perché possa illuminare ogni ambito della nostra vita. L’acqua del
Battesimo che ci ha introdotti nella vita sacramentale permettendoci di
nutrire, purificare e rafforzare la nostra Vita perché cresca e porti frutto.
Ecco perché durante la santa veglia rinnoviamo i nostri
impegni battesimali e veniamo ancora una volta aspersi con l’acqua lustrale:
siamo chiamati a ravvivare sempre il dono della vita cristiana perché non venga
soffocata dalle spine del mondo. Siamo chiamati a ravvivare il dono della Fede,
della Speranza e della Carità che ci rendono conformi a Cristo.
Il Signore Risorto oggi ancora una volta regala a tanti
nostri fratelli che riceveranno il Battesimo una Vita nuova e Piena, una Vita
bella che, anche nelle immancabili difficoltà quotidiane, non soccombe al
nonsenso, una Vita destinata a durare per l’eternità. Questa stessa Vita oggi
la rinnova in noi che già l’abbiamo ricevuta. A noi però la responsabilità di
farla sviluppare, di portare frutto.
La pietra è rotolata, il sepolcro è aperto, non siamo più schiavi del peccato e
della morte, vogliamo Vivere la vita vera o continueremo a restare nei nostri
sepolcri? Il Signore Risorto ci conceda di morire ogni giorno al peccato per
potere vivere “per Dio in Cristo Gesù”. Auguri
Fr. Marco
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