domenica 14 aprile 2019

Come un asino

In questa giornata in cui nsi commemora l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, voglio fare mia un pensiero di Mons. Etchegaray. 
«Come un asino.
Sì, proprio come quell’animale che un dizionario biblico così descrive: 

"L’asino della Palestina è molto vigoroso, sopporta il caldo, si nutre di cardi; ha una forma di zoccoli che rende molto sicuro il suo incedere, costa poco il mantenerlo. I suoi soli difetti sono la caparbietà e la pigrizia"
Io vado avanti come quell’asino di Gerusalemme, che, in quel giorno della festa degli ulivi, divenne la cavalcatura regale e pacifica del Messia.
Io non sono sapiente, ma una cosa so: so di portare Cristo sulle mie spalle e la cosa mi rende più orgoglioso che essere borgognone o basco.
Io lo porto, ma è lui che mi guida: io credo in lui, lui mi guida verso il suo regno. Chissà quanto si sente sballottato il mio signore, quando inciampo contro una pietra!
Ma lui non mi rinfaccia mai niente. E’ così bello percepire quanto sia buono e generoso con me: mi lascia il tempo di salutare l’incantevole asina di Balaan,di sognare davanti a un campo di spighe, di dimenticarmi persino di portarlo.
Io vado avanti in silenzio.
E’ strano quanto ci si capisca anche senza parlare!
La sua sola parola, che io ho ben capito, sembra essere stata detta apposta per me:
“il mio giogo è facile da sopportare e il mio passo leggero” (Mt 11 ,30).
Fede d’animale, come quando, una notte di Natale, allegramente portavo sua madre verso Betlemme.
Io vado avanti nella gioia.
Quando voglio cantare le sue lodi, io faccio un baccano del diavolo, io canto stonato. Lui allora ride, ride di cuore e il suo riso trasforma le strettoie del mio vecchio cammino in una pista da ballo e i miei pesanti zoccoli in sandali alati.
Io vado avanti come un asino che porta Cristo sulle sue spalle.»
(Mons. Etchegaray)


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