«Sì, come un giovane
sposa una vergine, così ti sposeranno i tuoi figli; come gioisce lo sposo per
la sposa, così il tuo Dio gioirà per te.» (Is 62,1-5)
«Fratelli, vi sono
diversi carismi, ma uno solo è lo Spirito; vi sono diversi ministeri, ma uno
solo è il Signore; vi sono diverse attività, ma uno solo è Dio, che opera tutto
in tutti.» (1Cor 12,4-11)
«Venuto a mancare il
vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. E Gesù le rispose: “Donna,
che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori:
“Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.» (Gv 2,1-11)
Il Vangelo della seconda domenica del Tempo Ordinario, completa
la manifestazione di Gesù cominciata con l’epifania e continuata con il
battesimo (la voce dall’alto): con il primo segno Gesù manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.
Credo sia importante sottolineare che l’inizio dei segni avviene in un contesto nuziale. Si tratta di un
simbolo potente già usato dai profeti (la prima lettura ne è un esempio) per
descrivere il Patto di reciproca appartenenza tra JHWH e il popolo eletto: tu
sarai il mio popolo ed io sarò il tuo Dio (Cfr. Ger 31,1)
In questo matrimonio, tuttavia, viene a mancare il vino della
gioia! Non c’è più festa. Il Popolo ha dimenticato chi è il suo Dio; ha
assolutizzato la Legge e vive il suo rapporto con Dio come un adempimento di
doveri in cui cerca il tornaconto immediato (do ut des: do affinché tu dia): celebra il culto per avere
salute e ricchezza; cerca i doni di Dio dimenticando il Datore di ogni bene, il
Signore che opera tutto in tutti.
Non a caso, quando la Madre fa notare a Gesù che non hanno
più vino, Lui risponde facendo allusione all’Ora. Solo nell’Ora della Sua
Gloria (come Giovanni legge la passione, morte e resurrezione), in cui verrà
sancita la Nuova ed Eterna Alleanza, tornerà la gioia piena. È nel vino che
sarà il Suo Sangue che Gesù riconcilia l’umanità con il Padre e sancisce il Patto
nella Gioia dell’Amore.
Alla risposta di Gesù, che sembra volere negare il suo
intervento, fa seguito un ordine della Madre ai servi: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”. Maria,
con la sua fiducia nell’intervento del Figlio, in qualche modo anticipa l’Ora.
Non si lascia scoraggiare dall’apparente diniego di Gesù.
Vorrei soffermarmi brevemente su ciò che la Madre ci insegna
in questo contesto: il potere della preghiera fiduciosa e perseverante, e la
necessità di fare “Qualsiasi cosa vi
dica”, cioè anche ciò che può sembrarci illogico, non secondo il nostro
modo di pensare (per es. riempire di acqua le giare per rimediare alla mancanza
di vino). Finché non accoglieremo la Sua logica nella nostra vita, finché non
accetteremo, concretamente ed esistenzialmente, la Sua signoria sulla nostra
vita, non potremo gustare il vino della gioia che Lui vuole darci.
Dato il contesto nuziale in cui avviene il primo segno, è
naturale un riferimento a come oggi il mondo intende il matrimonio.
«Per questo l'uomo
lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una
carne sola. Questo mistero è
grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! (cfr Ef 5,31-32). Oggi
sembra che perfino alcuni cristiani abbiano dimenticato che il matrimonio è
immagine dell’amore di Cristo per la Chiesa, un amore in cui Cristo dona la
vita per la Chiesa e la Chiesa esiste solo per Cristo. L’uno è tutto per
l’altra e viceversa. Oggi il matrimonio è visto da molti quasi esclusivamente
come una ricerca di appagamento egoistico: l’altro/a mi deve rendere felice;
quando non adempie più lo scopo, quando non mi rende felice, lo posso cambiare
(e spesso il mondo insiste: «Se non sei felice, vattene o mandalo via e cercane
un altro! Perché tu vali!»). Oggi nel matrimonio come in altre scelte di vita,
la prospettiva è “ego centrata”. Gesù e la logica dell’amore crocifisso non
trovano posto nel rapporto di coppia. Per questo anche in molti matrimoni
odierni viene a mancare il vino. È necessaria una “conversione”, cambiare
la prospettiva in cui si vive e riammettere Gesù all’interno del rapporto
matrimoniale. Solo così tornerà ad esserci il vino della gioia un vino che
nessun altro può donarci.
Fr. Marco
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