«Dopo queste cose
vidi: ecco, una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni
nazione, tribù, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e
davanti all’Agnello, avvolti in vesti candide, e tenevano rami di palma nelle
loro mani. E gridavano a gran voce: “La salvezza appartiene al nostro Dio,
seduto sul trono, e all’Agnello”». (Ap 7,2-4.9-14)
«Carissimi, vedete
quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo
siamo realmente! Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto
lui.» (1Gv 3,1-3)
«Beati voi quando vi
insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro
di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra
ricompensa nei cieli». (Mt 5,1-12)
Ogni anno l’1 novembre la Chiesa celebra tutti i santi,
anche quelli anonimi e non canonizzati, e ci ricorda che tutti siamo chiamati
alla santità.
Forse a volte pensiamo che essere santi significhi fare
miracoli o avere il dono della bilocazione ecc.; queste, però, sono solo
manifestazioni esterne che il Signore può concedere per il bene della Chiesa e
che in se stesse non sono garanzia di santità. Essere santo significa
principalmente e fondamentalmente vivere il proprio Battesimo cioè vivere la
Fede, la Speranza e la Carità.
Vivere la Fede non significa credere che Dio esiste: questo
lo credono anche i filosofi. Avere la Fede, dono dello Spirito, significa
credere che Dio è il Padre che ci ama dall’eternità; che Gesù Cristo, Figlio
eterno del Padre, si è fatto uomo ed è morto in croce per la nostra salvezza;
che lo Spirito Santo, uno con il Padre e il Figlio, è stato effuso nei nostri
cuori e ci guida alla Vita eterna. Avere fede significa fidarsi del Signore e
riconoscere la Sua Signoria nella nostra vita.
La Speranza cristiana ha poco a che fare con la “speranza incerta” di chi “spera”
di vincere il super enalotto. Come direbbe S. Francesco, la speranza cristiana
è “Speranza Certa”: è la consapevolezza, fondata sulla fede che il Padre ci ha
salvati e ci ha destinati alla Vita eterna. Come dice S. Giovanni nella seconda
lettura di oggi: «noi fin d’ora sappiamo
di essere Figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato …» La
Carità, infine, ha poco a che fare con il superfluo che ogni tanto diamo in
elemosina: è l’amore stesso di Dio che arde nei nostri cuori e che ci spinge ad
Amare Dio e i fratelli più di noi stessi. È la capacità di amare gratuitamente,
di donare amore anche quando non siamo contraccambiati.
Le Beatitudini che oggi il Vangelo ci presenta come progetto
di vita per ogni cristiano, possono essere vissute solo accogliendo in noi la
Fede, la Speranza e la Carità di Cristo (l’unico che vive pienamente le
beatitudini). Potremo essere realmente “poveri in spirito”, quindi, perché
sapremo che la nostra vita non dipende da ciò che possediamo, ma è nelle mani
di un Padre che si prende cura di noi. Potremo essere misericordiosi perché
avremo fatto esperienza della misericordia del Padre che nel suo Figlio ci ha
liberati dai peccati … ecc.
Come si fa ad avere la Fede, la Speranza e la Carità?
Bisogna forse impegnarsi? No! Non è questione di sforzo personale autocentrato.
Ma di attenzione alla corrispondenza all’opera dello Spirito Santo in noi. Come
ci insegna Papa Francesco, per essere santi è importante la docilità, lasciare
operare Dio nella nostra vita, abbandonarsi a Lui. È Lui che ci ha conformati a
sé e che ci ha donato Fede, Speranza e Carità come dono gratuito di Dio che ci
è stato consegnato al momento del Battesimo: ogni battezzato, conformato a
Cristo, ha in sé il seme della Fede che produce i frutti della Speranza e della
Carità.
Questo dono però ci chiama alla responsabilità: se ci
regalano una pianta che fa fiori meravigliosi, ma noi non la concimiamo, non la
innaffiamo, non togliamo le erbacce e magari la teniamo al buio in un angolo
nascosto della nostra casa, è forse colpa della pianta se non potrà fare fiori?
Così è della nostra Fede: il Padre ce la dona con il Suo Spirito al momento del
Battesimo, sta a noi però coltivarla, nutrirla, purificarla. Il Padre ce ne dà
pure l’occasione con i Sacramenti. Nutriamo allora la nostra Fede, procuriamo
di farla crescere e senza nostro “sforzo” vedremo nascere nella nostra vita i
frutti della Speranza e della Carità. Diventeremo così realmente ciò che siamo
chiamati ad essere: santi che con la loro vita saranno capaci di testimoniare
al mondo la Bellezza di Dio perché il mondo possa trasformarsi ogni giorno di
più nel Regno di Dio. Il Signore ce lo conceda anche per l’intercessione dei
suoi santi che contemplano già la Sua Gloria.
Auguri di santità. Fr. Marco
Nessun commento:
Posta un commento