sabato 27 ottobre 2018

Coraggio! Àlzati, ti chiama!

«“Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”. Ecco, li riconduco dalla terra del settentrione e li raduno dalle estremità della terra; fra loro sono il  cieco e lo zoppo, la donna incinta e la partoriente: ritorneranno qui in gran folla.» (Ger 31,7-9)

«Cristo non attribuì a se stesso la gloria di sommo sacerdote, ma colui che gli disse: «Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato», gliela conferì come è detto in un altro passo: “Tu sei sacerdote per sempre, secondo l’ordine di Melchìsedek”». (Eb 5,1-6)

«Gesù si fermò e disse: “Chiamatelo!”. Chiamarono il cieco, dicendogli: “Coraggio! Àlzati, ti chiama!”. Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù.» (Mc 10,46-52)

Questa domenica, trentesima del tempo ordinario, la liturgia della Parola si apre con un messaggio di speranza: “Il Signore ha salvato il suo popolo, il resto d’Israele”. Oggi infatti Gesù ci viene presentato ancora una volta come il salvatore, colui che viene a cercare e salvare il cieco e lo zoppo, quanti sono ridotti a mendicare la vita. Il Salvatore viene a radunare tutta l’umanità per farla entrare nella pienezza della Vita.
Nel Vangelo, Gesù sta recandosi a Gerusalemme, la città santa simbolo della comunione con Dio, e attraversa Gerico, la città della resistenza a Dio (Cf. Gs 6,1-21), consegnata da Dio a Giosuè. Penso che si possa interpretare Gerico come la città dell’autoaffermazione contro Dio. Non è un caso se nella parabola “del buon samaritano” il tale incappato nei briganti sta scendendo da Gerusalemme a Gerico (Lc 10,25-37). Mentre Gesù sta uscendo dalla città, Bartimeo, cieco e ridotto a mendicare lungo la strada, lo riconosce e comincia a chiamarlo con il titolo messianico di Figlio di Davide.
Bartimeo è simbolo dell’umanità che, volendo affermare se stessa resistendo a Dio, si trova cieca, lontana dalla Luce della Vita, e mendicante. Tuttavia, nella sua cecità, quest’uomo riconosce in Gesù l’unico che può salvarlo, che può strapparlo dalla sua miseria e restituirgli la Luce che aveva perduto (« … che io veda di nuovo!»).
«Coraggio! Àlzati, ti chiama!» Se Bartimeo può riconoscere Gesù, però è perché per primo Gesù è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto, come dirà Luca nel racconto di Zaccheo (Lc 19,1-10). All’uomo nella miseria Gesù chiede di farsi coraggio e, lasciando le proprie misere sicurezze (la coperta), rispondere alla chiamata per lasciarsi risollevare dalla propria condizione e vivere la vita dei risorti (alzarsi è il verbo della resurrezione)
«Che cosa vuoi che io faccia per te?» Ancora una volta Gesù si mostra come colui che non è venuto per farsi servire ma per servire con quel servizio regale che è proprio di Dio perché proprio dell’Amore. Con questa domanda, però, Gesù vuole anche che Bartimeo completi la sua “confessione di fede”: solo Dio, infatti, avrebbe potuto restituirgli la vista. Chiedere a Gesù di farlo tornare a vedere, equivale quindi a riconoscerlo Dio e manifestare fiducia in lui.
A questo punto, guarito, Bartimeo che ha incontrato la Luce vera che viene nel mondo (cf. Gv 1,9), non può che mettersi gioiosamente alla sequela.
Anche noi siamo invitati quest’oggi a fare lo stesso percorso: riconoscendoci bisognosi della misericordia del Padre, siamo chiamati a lasciare le nostre misere sicurezze a cui tanto facilmente attacchiamo il cuore, e fidandoci di Gesù, metterci alla Sua sequela e vivere la Vita dei Risorti. Il Signore ce lo conceda.
Fr. Marco

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