«… il Signore dal seno
materno mi ha chiamato, fino dal grembo di mia madre ha pronunciato il mio nome.»
(Is 49,1-6)
«Giovanni aveva
preparato la sua venuta predicando un battesimo di conversione a tutto il
popolo d’Israele.» (At 13,22-26)
«… domandavano con
cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e
scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si
aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.» (Lc
1,57-66.80)
La Parola di Dio della solennità odierna, Natività di
Giovanni il Battista, ci narra della grandezza del dono della vita. Ogni essere
umano è “dono di Dio” (Giovanni, dall'ebraico Jòhànàn "dono del Signore") e manifesta che “Dio è
misericordioso” (significato del nome per estensione).
Ogni essere umano è pensato da Dio fin dall’eternità, è
chiamato all’esistenza da Dio. «Prima di formarti
nel grembo materno, ti ho conosciuto, prima che tu uscissi alla luce, ti ho
consacrato» (Ger 1,4) così sentiamo nella messa della vigilia. Per ciascuno
il Signore ha un progetto d’amore, realizzando il quale, ogni essere umano
realizzerà la propria vita e contribuirà all’avvento del Regno.
Mi colpisce particolarmente, però, ciò che nel Vangelo si
dice riguardo il padre di Giovanni, Zaccaria: egli all’annuncio dell’angelo ha
dubitato, non ha voluto riconoscere la Grazia che gli veniva fatta, l’ha
ritenuta impossibile. Per questo si è chiuso alla relazione: resta muto e sordo
(gli si rivolgono a gesti). Solo quando, abbandonando la propria presunzione,
riconosce il dono gratuito di Dio (Giovanni
è il suo nome), si riapre alla relazione e proclama le lodi di Dio.
Anche noi oggi siamo chiamati a riconoscere che nulla è
impossibile a Dio. Siamo chiamati a non chiuderci alla relazione con Lui e a
rendere grazie per gli infiniti doni, primo fra tutti quello della vita, che
Egli sempre ci elargisce.
Fr. Marco
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