venerdì 16 aprile 2021

Di questo voi siete testimoni

 « … Avete ucciso l’autore della vita, ma Dio l’ha risuscitato dai morti: noi ne siamo testimoni … Convertitevi dunque e cambiate vita, perché siano cancellati i vostri peccati».(At 3,13-15.17-19).

«Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: “Lo conosco”, e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c’è la verità.» (1Gv 2,1-5)

«… i due discepoli che erano ritornati da Èmmaus narravano … ciò che era accaduto lungo la via e come avevano riconosciuto Gesù nello spezzare il pane. Gesù in persona stette in mezzo a loro e disse: “Pace a voi!”. Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. … Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture …». (Lc 24,35-48)

Il Vangelo della terza domenica di Pasqua riporta la terza e ultima apparizione del Risorto raccontata dall’evangelista Luca. Manifestandosi alle donne (Lc 24,1-12) e ai “discepoli di Emmaus” (Lc 24,13-35), il Signore ha radunato la Chiesa nascente e ora, mentre i discepoli si scambiano i racconti dei loro personali incontri con il Risorto, Gesù “sta” in mezzo a loro e, ancora una volta, dona loro la Pace, il dono pasquale per eccellenza, la piena riconciliazione con Dio grazie alla quale è possibile la riconciliazione con i fratelli e il creato.

Sconvolti e pieni di paura, credevano di vedere un fantasma. L’apparizione del Risorto provoca turbamento: la resurrezione gloriosa di Cristo, infatti, sconvolge ogni logica umana, non può essere “incasellata”; non si può assimilare a nessuna esperienza precedente: è qualitativamente diversa dalle “rivitalizzazioni” operate durante il ministero pubblico di Gesù. Il Risorto non è semplicemente tornato in vita, ma ha iniziato un “nuovo livello di esistenza”.

… credevano di vedere un fantasma. Anche noi possiamo cadere in questo errore: l’evento Cristo è talmente sconvolgente ed ha implicazioni tali, che facilmente anche noi lo releghiamo ai “confini del reale”; Gesù diventa così per noi “un’ombra”, qualcuno vissuto nel passato, di cui ci ricordiamo, magari, la domenica durante la Messa, ma che poco ha a che fare con la nostra quotidianità.

… Sono proprio io! Il Maestro oggi ci ricorda che è reale, che si fa nostro compagno di cammino, che vuole “stare in mezzo” a noi. Viene a mostrarci ciò che in quel pane spezzato, mediante il quale i discepoli di Èmmaus lo hanno riconosciuto, è rappresentato sacramentalmente: mostra ai discepoli i segni della Passione, il Suo Corpo spezzato per noi. Per vincere l’incredulità dei discepoli, infine, apre le loro menti alla comprensione delle Scritture. Parola di Dio e Pane Spezzato: ecco il modo in cui anche noi oggi, durante la celebrazione eucaristica domenicale possiamo fare esperienza del Risorto!

«Convertitevi e cambiate vita!» Perché sia possibile l’incontro con il Risorto, però, è necessario che accogliamo l’invito che Pietro ci fa nella prima lettura. Bisogna convertirsi, lasciare le vie dell’egoismo e percorrere la via dell’Amore. Bisogna cambiare il nostro modo di pensare e di vivere per potere accogliere l’inedito, la novità assoluta della Vita Nuova che Cristo è venuto a regalarci. Bisogna riconoscere i nostri peccati e prenderne la distanza, se vogliamo accogliere in noi la Gioia che viene dall’incontro con il Risorto, una gioia che il mondo non conosce e non può donarci. 

Nella seconda lettura di oggi, infine, Giovanni ci indica il criterio per scoprire se realmente “conosciamo” il Risorto, se, cioè, lo abbiamo incontrato e ne abbiamo fatto esperienza: «Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti». Criterio è quindi l’obbedienza alla logica del Vangelo, ai comandamenti che, lo sappiamo bene, hanno la loro radice e il loro spirito nel duplice comandamento dell’Amore di Dio e dei fratelli.

Di questo voi siete testimoni. Così si conclude la pagine evangelica odierna. L’invito al testimoniare ciò che il Signore ha compiuto nella nostra vita. Non solo all’annuncio, ma alla testimonianza, a renderlo presente. Il Vangelo ci mostra che Gesù Risorto è riconosciuto nello “spezzare il pane”, nel Suo farsi pane spezzato per noi. Così noi possiamo renderlo visibile ai fratelli se, nutriti di Cristo, anche noi ci facciamo pane spezzato per loro.

A questo punto è bene domandarci: siamo capaci di Amare Dio concretamente e non “a parole e con la lingua”, dandogli il primo posto nella nostra vita, o abbiamo altri idoli a cui sacrifichiamo tempo ed energie? Siamo capaci di Amare i fratelli anche quando ci fanno del male (perdonandoli e pregando per loro), o li consideriamo solo in funzione utilitaristica al nostro benessere? Ricevendo il Corpo di Cristo, facciamo comunione con Lui che “si spezza”, si fa dono, per Amore del Padre e dei fratelli. Viviamo nella quotidianità la dimensione dello “spezzarci per amore”? Da questo dipende la nostra possibilità di incontrare Gesù risorto e di sperimentare la vita da risorti, quella “Vita eterna” qualitativamente differente che comincia già qui.

Fr. Marco

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