«[Dissero gli empi:] «Tendiamo
insidie al giusto, che per noi è d’incomodo e si oppone alle nostre azioni;»
(Sap 2,12.17-20)
«Da dove vengono le
guerre e le liti che sono in mezzo a voi? Non vengono forse dalle vostre
passioni che fanno guerra nelle vostre membra? Siete pieni di desideri e non
riuscite a possedere; uccidete, siete invidiosi e non riuscite a ottenere;
combattete e fate guerra!» (Giac 3,16-4,3)
«Il Figlio dell’uomo
viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta
ucciso, dopo tre giorni risorgerà … Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo
di tutti e il servitore di tutti» (Mc 9,30-37)
In questa XXV domenica del tempo ordinario il Vangelo ci
presenta il secondo annuncio della Passione anticipato, nella prima lettura,
dalle “trame degli empi” che vogliono togliere di mezzo il giusto perché con la
sua vita giusta mette in risalto la loro empietà.
Il Vangelo inizia descrivendo Gesù che attraversa la
Galilea. È il territorio dei “gentili”, dei non giudei, dei “lontani da Dio”. Anche
per loro Gesù darà la Vita perché scoprano l’infinito amore di Dio, diventino
discepoli e con la loro vita rendano gloria al Padre (cfr. Gv 15,8). Mentre il
Maestro annuncia ai discepoli ciò che sta andando a compiere a Gerusalemme, il
dono della sua vita per amore, i discepoli parlano tra loro di chi è il più
grande! Sono ben lontani dalla logica dell’amore che si fa dono, non hanno
ancora ricevuto lo Spirito, l’Amore del Padre riversato nei nostri cuori (cfr Rm
5,5).
Può capitare anche a noi, però, nonostante il dono dello
Spirito che abbiamo ricevuto attraverso i sacramenti, di scegliere di vivere
per noi stessi, di ricadere nella schiavitù delle nostre passioni, di volere
essere più grandi dei nostri
fratelli. Di quella grandezza secondo il mondo, che gonfia e mette gli uni
contro gli altri. È da questo, ci ricorda
S. Giacomo nella seconda lettura che vengono le gelosie, le invidie e ogni sorta di cattive azioni.
Gesù non rimprovera i suoi discepoli per il fatto che desiderano
la grandezza, ma mostra loro la vera grandezza che consiste nel partecipare
della grandezza di Dio. È per questo che oggi Gesù ci invita ad accogliere Lui
e Colui che lo ha mandato, accogliendo i bambini, i più piccoli, quanti non
hanno come ricompensarci. Per accogliere, però, è necessario farsi piccoli e
mettersi al servizio. Farsi piccoli per fare spazio all’altro nella nostra
vita. E mettersi al servizio ad imitazione di Lui che è venuto per servire e
non per farsi servire (Mc 11,45).
Accogliamo allora il Signore nella nostra vita, facendoci
piccoli e mettendoci al servizio dei più
piccoli, di quanti non valgono
niente per il mondo. Sperimenteremo di non essere soli e parteciperemo della
vera grandezza regale di Cristo. Il Signore ce lo conceda, per intercessione di
San Pio da Pietrelcina che seppe unire strettamente la vita al Signore
Crocifisso e Risorto sperimentando il rifiuto e i dolori della Passione e facendo
anch’egli della sua vita un dono per quanti il Signore gli ha messo accanto.
Fr. Marco
Nessun commento:
Posta un commento