venerdì 22 luglio 2022

Quando pregate, dite: Padre

 «… Abramo riprese e disse: “Vedi come ardisco parlare al mio Signore, io che sono polvere e cenere” …» (Gen 18,20-32)

«Fratelli, con Cristo sepolti nel battesimo, con lui siete anche risorti mediante la fede nella potenza di Dio, che lo ha risuscitato dai morti.» (Col 2,12-14)

«Quando pregate, dite: “Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano, e perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione”». (Lc 11,1-13)

Questa domenica, XVII del Tempo Ordinario, la Parola di Dio ci insegna a pregare. Sollecitato dagli apostoli, che lo avevano visto pregare, Gesù, nella pagina evangelica, insegna la preghiera per eccellenza e spiega il senso della preghiera: rivolgersi con fiducia ad un amico, ad un Padre, dal quale non possiamo che ricevere cose buone, anzi, molto di più: lo Spirito Santo, la piena comunione con Lui.

Lo stesso invito alla fiducia lo ritroviamo nella prima lettura in cui ascoltiamo la preghiera di intercessione di Abramo per Sodoma e Gomorra. Una preghiera che ci è presentata dalla liturgia odierna come modello: una preghiera altruistica, non “ripiegata su se stessa”, fiduciosa ed insistente.

«Vedi come ardisco parlare …» Pur animato dalla fiducia, Abramo non dimentica che si sta rivolgendo al suo Signore: la confidenza non sfocia nella irriverenza e la sua fiduciosa richiesta non diventa pretesa di piegare la volontà di Dio alla sua. È questo, forse, l’errore più frequente nella preghiera: la convinzione che, usando “la formula giusta”, possa piegare Dio a fare quello che voglio io. Dato, però, che Dio è Padre e non Babbo Natale o il Genio della Lampada, ciò non avviene e noi restiamo delusi: Dio non fa quello che voglio io.

«Venga il tuo regno» Gesù ci insegna a chiedere non che il Padre faccia la nostra volontà, ma che sia Lui a regnare nelle nostre vite. La versione di Matteo è ancora più esplicita: «venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà». Nel vangelo di Marco, in fine, ascoltiamo Gesù stesso che nel Getsemani, nell’ora più buia , prega: « … non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu». Fiduciosi nell’amore del Padre, siamo invitati a manifestare i nostri bisogni (soprattutto pregando gli uni per gli altri perché la nostra preghiera non sia egoistica), ricordando sempre, però, che ciò che vuole il Padre è meglio per noi. Ciò che chiediamo nella preghiera, quindi, è la grazia di conoscere e compiere la Sua volontà che è il nostro vero Bene.

«… dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano» Riconoscendo la nostra dipendenza creaturale, chiediamo al Padre di provvedere ai nostri bisogni. Gli chiediamo dunque il pane materiale, il cibo di ogni giorno, ma anche il Pane dal Cielo mangiando il quale non avremo più fame (Cfr. Gv 6, 35) perché Egli sazia ogni nostra “fame di Vita”.

«… perdona a noi i nostri peccati …» Gli chiediamo, ancora, di perdonarci per tutte quelle volte in cui abbiamo fatto del male a noi e ai nostri fratelli allontanandoci da Lui con il peccato. Non possiamo, però, chiedere di essere perdonati se non siamo disposti a nostra volta  perdonare coloro che ci hanno fatto del male. Nel Vangelo di Matteo, il Maestro riprende e sottolinea questa realtà: «Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.» (Mt 6, 14-15)

« non abbandonarci alla tentazione» Consapevoli della nostra debolezza, infine, chiediamo al Padre di sorreggerci nel momento della prova, quando il maligno insinuerà alle nostre orecchie che il Padre non ci ama, non ci vuole felici. Preghiamo perché anche in quel momento, come Gesù nel Getsemani, non dubitiamo dell’amore del Padre, e manteniamo la Fede.

Concludendo, accogliamo l’insegnamento del Maestro e preghiamo perché il Signore ci doni la grazia di riconoscerlo e accoglierlo come Signore della nostra vita e di metterci alla sua presenza riconoscendolo Amico e Padre al quale rivolgerci con fiducia.

Fr. Marco.

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