venerdì 28 maggio 2021

Creati ad immagine dell'Amore Trinitario

 

«Interroga pure i tempi antichi, che furono prima di te: dal giorno in cui Dio creò l’uomo sulla terra e da un’estremità all’altra dei cieli, vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? Che cioè un popolo abbia udito la voce di Dio parlare dal fuoco, come l’hai udita tu, e che rimanesse vivo?» (Dt 4,32-34.39-40)

«Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo … » (Rm 8,14-17)

«Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo …» (Mt 28,16-20)

Domenica scorsa, celebrando la Pentecoste, abbiamo contemplato lo Spirito Santo, la terza Persona della Santissima Trinità. Oggi contempliamo il mistero della Santissima Trinità.

Effuso nei nostri cuori per il mistero pasquale del Figlio, lo Spirito Santo, “che è Signore e da la vita”, ci inserisce nella circolarità d’Amore all’interno della santissima Trinità. Per questo nella seconda lettura di oggi S. Paolo ci può esortare, ricordandoci che siamo diventati “figli nel Figlio”, a comportarci conformemente a questa altissima dignità.

Il dogma della Santissima Trinità è uno dei Misteri centrali della nostra fede: l’unico Dio, Creatore del cielo e della Terra, che si è rivelato nella Storia stringendo la sua Alleanza con il popolo d’Israele e che, nella pienezza dei tempi, ha Rivelato pienamente se stesso in Gesù Cristo, Figlio eterno del Padre, è Uno e Trino. Un solo Dio in tre Persone: il Padre (Amante) che dall’eternità genera il Figlio (Amato) donandosi totalmente a Lui e tutto ricevendo da Lui nello Spirito Santo (Amore). Il Dio che si rivela pienamente in Gesù Cristo, ed in cui veniamo battezzati, è questa eterna processione d’amore in cui le tre Persone divine hanno tutto in comune tranne la loro identità personale (l’essere rispettivamente Padre, Figlio e Spirito). Il nostro Dio è, quindi, già al suo interno, relazione d’Amore.

Ciò significa che l’uomo, creato ad immagine e somiglianza di Dio, è costitutivamente relazione: è fatto per la relazione ed è felice/realizzato solo nella relazione che si esplicita in due direzioni: la relazione fondamentale con il suo Creatore, di cui l’Alleanza (antica e nuova) è la manifestazione, e una relazione di comunione tra noi.

La relazione d’Amore che è la Santissima Trinità, quindi, si riflette sull’uomo. Così lo esprime p. Alberto Neglia (O. Carm.): «Come il Padre è nell’amore sorgività pura, così Egli dona alla creatura umana di essere nel tempo sorgente di amore. Questo significa che l’uomo è costitutivamente capace di amare.  Amato dall’eternità egli è fatto per amare. L’uomo è nel tempo soggetto di amore. In questo senso, amando, l’uomo riproduce in qualche modo la creatività del Padre. L’amore fa sbocciare la vita.

L’uomo è ancora immagine del Dio Trinitario perché è stato creato per mezzo del Figlio, in vista di Lui ed in Lui (Col  1,15-17). Come in forza dell’accoglienza pura (“mio cibo è fare la volontà del Padre”) il Figlio è immagine perfetta del Padre, così l’uomo è immagine di “Dio Figlio”, in quanto si fa recettività, cavità capace di accogliere, fino alla trasparenza, l’amore eternamente amante. Nel Figlio amato l’uomo è costitutivamente oggetto di amore, apertura radicale, “uditore della Parola”. Chi non riceve l’amore, non esisterà mai veramente: la povertà che accoglie è la condizione dell’amore … Chi non sa accogliere, non sa dire grazie, non sarà mai veramente e pienamente umano. Gli altri non sono dunque il limite del proprio esistere (concetto che Sartre esprime con: “l’inferno sono gli altri”), ma, in quanto l’uomo è recettività, essi sono la soglia dove comincia veramente ad esistere. Nel più profondo del suo essere creaturale l’uomo ha bisogno dell’altro.

Lo Spirito Santo imprime nella creatura umana un certo riflesso di quello che Egli è nel mistero di Dio. Come fra l’Amante e l’Amato Egli è l’eterno legame di unità ed insieme Colui che fonda l’apertura infinita del loro amore, lo Spirito è la fantasia di Dio. L’uomo creato ad immagine di “Dio Spirito” è unità vivente di questo duplice movimento dell’amore: amando, egli si fa amare; lasciandosi amare, egli ama. Quest’unità di sorgività e di recettività è il fondamento di quella reciprocità delle coscienze in cui si realizza pienamente la persona umana. Lo Spirito, presente nell’uomo, lo spinge continuamente a spezzare il cerchio dell’amante e dell’amato, a fuggire la cattura dell’esclusività, per andare verso il bisogno di amore dell’altro, di tutti gli altri.» (P. Alberto Neglia O. Carm.)

L’uomo, allora, è creato ad immagine della Santissima Trinità e, quindi, per la relazione. Penso che l’immagine terrena che più si avvicina a realizzare questo progetto sia la Famiglia in cui un uomo e una donna, in una circolarità d’amore che si dona ed accoglie, si aprono alla fecondità dell’amore la cui prima, ma non esclusiva, concretizzazione è il figlio. Ecco perché ritengo fondamentale e irrinunciabile la difesa della Famiglia come da Dio è stata creata.

Accogliendo, dunque, l’esortazione di Mosè e la piena rivelazione di Cristo, contempliamo la SS. Trinità e realizziamo nella nostra vita ciò per cui siamo stati creati.

Fr. Marco

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